Una piccola isola di origine vulcanica ma ricca anche di bianche spiagge
Lunga soltanto 33 chilometri, Grenada era anticamente chiamata l’isola delle spezie per l’incredibile quantità di piante che venivano coltivate: zenzero, alloro, cannella, vaniglia, cinnamomo, zafferano, pepe nero e noce moscata. Ed era proprio una noce moscata il simbolo che sventolava sulla bandiera di Grenada, mentre dal 1974 è cambiato perché ci sono sette stelle che rappresentano le sette parrocchie della nazione, con quella centrale inserita in un cerchio rosso che si riferisce alla diocesi di St. George’s, la capitale, ma nella parte sinistra della bandiera è stata inserita una noce moscata stilizzata.
La tradizione vuole che le noci vengano “vendemmiate” come l’uva, cioè tramite un vero e proprio pestaggio con i piedi; alle donne spetta il compito di raccoglierle, agli uomini quello di pestarle.
A questo punto, è facilmente immaginabile il profumo che regna costantemente nell’aria di Grenada. Ma le curiosità non finiscono qui. Grenada, scenario di sanguinose guerre anglo-francesi del XVIII° secolo, è anche l’isola più “ribattezzata”di tutti i Caraibi.
Cristoforo Colombo che la scoprì – anche se non è certo che vi sia sbarcato personalmente, altrimenti avrebbe fatto incetta di quelle spezie che, allora, venivano importate esclusivamente dall’Oriente – la battezzò “Conception”, nome che fu ben presto sostituito in “Granada” dai marinai spagnoli che, ammirando le colline sparse lungo la costa, ripensarono alla loro terra di origine.
Poi fu la volta dei francesi che, in omaggio alla loro città, la ribattezzarono “Grenade”. Infine, gli inglesi le hanno dato l’attuale nome Grenada (ma con pronuncia britannica “Greneida”).
L’isola è di origine vulcanica ma, nonostante la presenza di una certa quantità di spiagge in sabbia nera, il paesaggio è davvero da sogno: spiagge bianchissime, laghi, fiumi, cascate, giardini tropicali curati nei minimi particolari e, dulcis in fundo, la piscina naturale ai piedi delle “Annandale Falls”, in cui fare il bagno sommersi dai rododendri.
Ovviamente, come in ogni isola dei Caraibi, gli sport acquatici – immersioni ed esplorazioni subacquee, pesca sportiva, ecc…- sono i più quotati, seguiti a ruota da tennis, cricket e golf. Tra l’altro se si fa snorkeling vicino St. George’s, si avrà la possibilità di ammirare le numerose statue che sono state posizionate sott’acqua e che sono stati denominate “I guardiani”.
La capitale di Grenada, St. George’s, è sicuramente uno dei posti più pittoreschi di tutti i Caraibi. Il Carenage è il porto più interno ed è, in realtà, il profondo cratere di un vulcano ormai spento.
Molti degli edifici che lo circondano risalgono al XVII secolo, costruiti in mattoni dai colori molto forti (gialli, rosa, rossi…). Sulla collina che domina la città si erge il forte costruito dai francesi nel 1705: “Fort George” (nome originale: Fort Royal). Visitarlo è come fare un tuffo nella storia, nel passato. La stessa cosa si può dire per l’interessantissimo Museo Nazionale.
Chi ama la natura, invece, potrà passeggiare all’interno del Giardino Botanico e dello Zoo, dove vivono alcune specie rarissime di uccelli e animali tipici dei Caraibi.
E, anche qui, come nelle altre isole caraibiche, il momento clou del divertimento è il carnevale, che si svolge fra canti e balli e tanta allegria.
Grenada, isola caraibica dove è possibile fare non solo turismo balneare, così come per tutte le altre se si hanno occhi per guardare oltre il mare e le spiagge.
Reportage. I Caraibi semisconosciuti: Grenada | Travelling Interline
Lunga soltanto 33 chilometri, Grenada era anticamente chiamata l'isola delle spezie per l'incredibile quantità di piante che venivano coltivate: zenzero, alloro, cannella, vaniglia, cinnamomo ...
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