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Reportage Senegal #9: tre giorni folli di korà e sabar

Creato il 08 maggio 2010 da Kindlerya

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Mi ha detto lo stregone dagli occhi di brace / il mio Dio è nero /
il suo trono è nascosto laggiù / negli abissi della mia Africa
Mamadou Traore Diop
Badara ha più di sessant’anni e ha fatto la guerra. Ha vissuto sulla propria pelle i quindici anni della guerra civile libanese ed è ancora sano e forte, gentile e premuroso come un leone della Teranga. Oggi indossa il suo vestito più bello perché Fatou, la sua figlia più piccola, si sposa stasera. Una grande vacca è fuori sulla via, legata ad un albero in attesa di essere cucinata per gli invitati alla grande festa, e già i ragazzi addetti al taglio delle verdure sono all’opera nel retro del cortile.
Il matrimonio - di solito celebrato tra due giovani innamorati, raramente tra una donna povera e un uomo benestante - è la tappa più importante nella vita dei senegalesi e ne segna un momento cruciale sia per la maturità sociale che per l’affermazione personale. I festeggiamenti durano dai tre giorni alle due settimane a seconda delle possibilità economiche e in occasione di essi tutti i parenti lontani si mettono in viaggio e vanno a casa della sposa e dello sposo, che capeggiano due feste completamente diverse e divise, ognuno con i propri familiari.
Reportage Senegal #9: tre giorni folli di korà e sabarLa sposa e suo padre, Thiés

La celebrazione vera e propria viene fatta dai parenti maschi che si recano alla Moschea, dove si va a fare la domanda di matrimonio e a firmare il contratto al posto degli sposi. Durante la “stipulazione” del matrimonio si deve decidere anche il tipo di legame, cioè se monogamico o poligamico: in caso di bigamia dopo una scelta monogamica, il secondo matrimonio viene annullato e l’uomo rischia dai sei mesi ai tre anni di carcere e una multa tra i 20.000 e i 300.000 CFA (1€ vale circa 655 CFA). In caso di scelta poligamica, invece, lo sposo può, nel corso della sua vita, decidere di tenere una sola moglie o di averne fino a un massimo di quattro. Di solito però, un uomo già sposato mette la moglie davanti al fatto compiuto di averne sposata un’altra, altrimenti la prima moglie farà di tutto per impedirglielo.
Fatou e Mandau hanno entrambi venticinque anni, sono molto innamorati e hanno deciso insieme per la monogamia. Non si vedranno per tutta la durata dei festeggiamenti e poi, l’ultimo giorno, lei lascerà la casa dei suoi genitori e si trasferirà a casa di lui, come prevede la tradizione. Ma fino ad allora dovrà stare nel cortile di casa tempestato di sedie ad ogni centimetro quadrato, su cui centinaia di donne che non ha mai visto le stanno vicine come fossero mamme. Una donna di casa molto vicina a lei la accompagna a fare le presentazioni, elencando nomi e parentele, soprannomi diversissimi dai nomi originali e prole. Lei deve ascoltarli e ricordarli tutti, memorizzando anche i rispettivi visi.
Reportage Senegal #9: tre giorni folli di korà e sabar
La sposa ha passato tutto il giorno precedente dalla parrucchiera, una stilista del capello degna di un architetto futurista, e indossa uno dei suoi meravigliosi abiti da sposa: ne cambierà uno ad ogni apparizione in casa, e così anche le acconciature delle trecce. È emozionantissima e l’espressione sul suo viso è tesa e insofferente allo stesso tempo, perché sa che da quel momento tutta la sua vita, le sue abitudini e le sue amicizie cambieranno. La mattina dopo la prima notte di nozze, inoltre, quando i due avranno consumato il loro amore, è usanza che le persone del vicinato vadano a controllare le lenzuola per assicurarsi che la ragazza fosse vergine. In caso contrario, cioè se il lenzuolo non è macchiato di sangue, nessuno rispetterà più la ragazza e la sua reputazione ne risentirà per sempre.
Reportage Senegal #9: tre giorni folli di korà e sabarOgni passo della sposa nel quartiere, dove continuano i pranzi condivisi e le danze, è accompagnato dal griot, il cantastorie tradizionale senegalese. La korà è il loro strumento tradizionale a 21 corde, la cui sonorità si situa tra quella dell'arpa e quella della chitarra, secondo il modo in cui si pizzicano le corde: la cassa di risonanza è composta da mezza zucca, che ha un manico su cui vengono tese le corde su due file parallele.
I griots, che ancora si trasmettono la musica oralmente, di padre in figlio, un tempo erano i consiglieri del re e conservavano la "costituzione del regno con il solo lavoro della loro memoria": ogni famiglia principesca aveva il suo griot, incaricato di conservarne la tradizione e le gesta.
Tutta la notte, sotto la luce magica della luna e con la musica dei percussionisti, le abilissime danzatrici di sabar a piedi nudi fanno dei loro corpi l’augurio più forte per Fatou e il suo amato…
Reportage Senegal #9: tre giorni folli di korà e sabar
fotografie e testo di Valeria Gentile
[senegal]

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