La sigla (LRA) è terribilmente nota dappertutto in Africa.
Si riferisce a quell’accozzaglia di assurdi combattenti, straccioni e aguzzini ad un tempo,che si sono radunati da anni ormai intorno all’invasato Joseph Kony, il quale si dice convinto di possedere un “suo” particolare carisma e pertanto di avere una “missione” da compiere.
Intanto assale e devasta villaggi interi, tutti quelli che incontra sul suo cammino. Sequestra, brutalizza, uccide.
E non fa distinguo fra uomini o donne, giovani o anziani, bambini o bambine.
E’ notorio il dato a conferma, ufficiale da più parti, di moltissime ragazzine brutalizzate e violentate per anni.
E i suoi sgherri, a partire dall’Uganda, hanno fatto terra bruciata un po’ ovunque ci fossero popolazioni inermi. Come, ad esempio, nella Repubblica Democratica del Congo, già nel caos di suo per la destabilizzazione politica interna, o nella piccola Repubblica Centrafricana, in piena fascia saheliana.
Qui, infatti, riferisce un attendibile testimone, nel territorio della diocesi di Bangassou, ultimamente sono stati sequestrati, in foresta, dagli uomini di Kony circa trecento giovani.
Quelli che successivamente plagiati, malmenati,drogati saranno altri nuovi bambini-soldato.
Joseph Kony e i suoi uomini-bestie sono, in effetti, un autentico cancro con parecchie metastasi in espansione, nonostante siano almeno dieci anni che i loro misfatti sono più che noti all’opinione pubblica internazionale.
Il biasimo a chiacchiere non basta come neanche gli pseudo sensi di colpa per la nostra indifferenza e così come non è stata certamente sufficiente la diffusione del video-virale “Kony 2012” che , soddisfatta al momento la curiosità degli oltre centomila utenti del web, non ha certo cambiato qualcosa nei fatti e nel quotidiano per la gente d’Africa.
Quello che possono fare alcune associazioni umanitarie per il recupero di questi giovani, bambini e bambine,impegno per altro molto complesso, è importante certo ma insufficiente al cospetto della gravità del fenomeno.
Piuttosto quello che occorrerebbe con urgenza è impegnarsi a estirpare con ferma decisione, e una volta per tutte, il “cancro Kony”.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)