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Iniziamo col dire che ci troviamo di fronte a una storia che presenta tutti o molti degli elementi stilistici tanto cari a Capone: il thriller mischiato ad elementi fantascientifici, nuove tecnologie, intelligenze artificiali e, ancor più importante, elemento di grande passione per lo scrittore, la musica.
Del lotto delle varie proposte, e all'appello mi manca ancora Erinni 2, questo Requiem è l'episodio che ho trovato meno interessante e coinvolgente. Nello svolgimento della vicenda mi sembra non ci sia nulla di particolarmente originale ne di così entusiasmante, chi conosce il lavoro dello scrittore con tutta probabilità avrà trovato diverse volte e miscelate con risultati migliori tutte le caratteristiche qui presenti in vari episodi di Lazarus Ledd ad esempio.
Ciò non toglie che l'albo si legga comunque bene, Ade Capone questo tipo di storie le sapeva scrivere e chi ha il giusto feeling con la penna dello scrittore anche questa volta non rimarrà deluso.
In quello che potrebbe essere un futuro prossimo molto simile al nostro presente, una serie di omicidi e stupri a danno di giovani e belle donne sconvolge l'opinione pubblica. Il tenente Doherty e la sua squadra sono preoccupati dal possibile ritorno del serial killer chiamato Pietro (dal quale non puoi ovviamente non aspettarti che torni indietro). Questo è un nome che riapre vecchie ferite, un caso che affonda nel passato legato a un gruppo di cyborg criminali capeggiato dall'ormai defunto Lincoln. Ma Lincoln e la sua coscienza sono davvero morti? Una risposta forse potrà trovarla l'agente Jonathan personalmente coinvolto nella vecchia vicenda.
Tra riferimenti alla Messa di Requiem di Mozart e alla religione, alla tecnologia e alle arti, Capone imbastisce un thriller spruzzato di piccole dosi di sesso e violenza conforme allo stile al quale lo scrittore ci ha abituati nel corso degli anni. Ancora una volta per la sua realizzazione Ade coinvolge due giovani disegnatori all'altezza del compito e destinati a farsi conoscere nel panorama del fumetto italiano: Paolo Bisi e Alfredo Orlandi.
Piaccia o non piaccia comunque Ade aveva del coraggio, un autore così, nonostante nell'ultimo periodo fosse più defilato e impegnato in altre cose, non può che far sentire un poco la sua mancanza.
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