A sorpresa, l’emendamento della Lega che introduce la responsabilità civile diretta dei magistrati è passata alla Camera. Ora ciò non significa affatto che sia diventata legge. Spesso su internet capita di discutere di emendamenti e la gente ne parla come se fossero norme di legge entrate in vigore. Si tratta solo di un emendamento, cioè di un testo che emenda una norma. Non è ancora legge e non è detto che l’emandemento sopravviverà ai successivi esami del Parlamento.
Sta di fatto che per ora l’emendamento c’è ed è passato. Se dovesse diventare legge, per i magistrati cambieranno parecchie cose in tema di responsabilità civile personale. Finora la legge prevede solo una responsabilità indiretta o di rivalsa. I danni della malagiustizia infatti li paga lo Stato e poi lo Stato (in teoria) dovrebbe rifarsi sul magistrato. A decidere sui risarcimenti sono sempre loro: i magistrati. Sulla tematica dei risarcimenti per cattiva amministrazione della giustizia esiste una nutrita normativa (tra cui la legge Pinto per l’eccessiva durata dei processi), ma nessuna ha mai preveduto — appunto — la responsabilità civile diretta del magistrato. Vi fu un referendum a tal proposito negli anni ‘90, ma l’esito favorevole fu disatteso (o meglio aggirato). Ma andiamo a vedere cosa prevede l’emendamento:
… chi ha subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere dal magistrato in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale. Costituisce dolo il carattere intenzionale della violazione del diritto…
E ancora:
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… Ai fini della determinazione dei casi in cui sussiste una violazione manifesta del diritto – si legge nel testo presentato dal deputato Pini – deve essere valutato se il giudice abbia tenuto conto di tutti gli elementi che caratterizzano la controversia sottoposta al suo sindacato con particolare riferimento al grado di chiarezza e di precisione della norma violata, al carattere intenzionale della violazione, alla scusabilità o inescusabilità dell’errore di diritto. In caso di violazione del diritto dell’Unione europea, si deve tener conto se il giudice abbia ignorato la posizione adottata eventualmente da un’istituzione dell’Unione europea, non abbia osservato l’obbligo di rinvio pregiudiziale ai sensi dell’articolo 267, terzo paragrafo, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, nonchè se abbia ignorato manifestamente la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea …
L’emendamento è stato votato in segreto. Dunque non è dato sapere chi lo ha votato nei gruppi di coloro che storicamente sono contro la responsabilità civile diretta dei magistrati (parlo dell’IDV e del PD, ma anche del Terzo Polo). Una cosa è certa, probabilmente hanno votato a favore Lega e PDL.
Come era prevedibile, si sono sollevati gli scudi in favore della magistratura. Di Pietro ha tuonato di una «vendetta e un ammonimento.» Mentre l’ANM, parla di «una forma intimidatoria e di vendetta verso il libero esercizio della funzione di giudice», e di «un ennesimo tentativo di risentimento e di ritorsione». Come se responsabilizzare il magistrato nel proprio lavoro fosse una vendetta o peggio un’intimidazione.
Eppure sia Di Pietro che Palamara e Cascini dimenticano che nessuna professione in Italia è priva di responsabilità. Gli avvocati rispondono dei propri errori professionali, così come rispondono dei loro errori i medici, i notai, i poliziotti e gli ispettori delle Agenzie delle Entrate. Non si capisce perché i magistrati dovrebbero essere esentati da questo onere. Del resto è la stessa Costituzione — cari dott. Palamara e on. Di Pietro — che sancisce all’art. 28 Cost. (visto che si ama così tanto tirare in ballo il dettato costituzionale) il principio secondo il quale i funzionari e i dipendenti dello Stato rispondono direttamente, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione dei diritti. Dunque, l’emendamento è perfettamente costituzionale e non ha nulla di intimidatorio. Ripristina semplicemente la legalità costituzionale.
Prima di chiudere un paio di statistiche sulle azioni risarcitorie da errori giudiziari: secondo Enrico Costa, dal 1988 ad oggi, su 400 cause avviate, ci sono state solo l’1% di condanne dei magistrati. Di queste 400, 253 sono state dichiarate inammissibili, 49 attendono pronuncia di ammissibilità e 70 attendono l’impugnazione per la decisione di inammissibilità. 34 risultano ammissibili, ma di queste 16 sono pendenti e 14 respinte. Solo 4 – appunto – sono state accolte.
di Martino © 2012 Il Jester