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Resta anche domani

Creato il 30 novembre 2014 da Cinzialuigiacavallaro

if-i-stay-chloe-moretz-jamie-blackley-399x600Apparentemente Resta anche domani è un film solo per giovani ma è invece ricco di spunti di riflessione e di momenti densi di commozione per tutti. Una bella iniezione di fiducia in se stessi e il percorso verso la consapevolezza delle proprie capacità, sentimenti e desideri.

In me la visione ha scatenato un forte pianto e un’irrefrenabile tempesta di ricordi, perché mi ha costretto a riflettere sulla mia caducità, sulla nostra necessità di trascendenza ma anche sul valore dell’immanenza. Molte domande possono sorgere: che cos’è davvero una famiglia? Cosa è disposto a fare e a rinunciare un padre per i propri figli? Quanto è importante la disponibilità e il dialogo con una madre per un’adolescente? Quanto è difficile andare controcorrente? E quanto ci costa essere noi stessi fino in fondo?

Come in Tutto può cambiare la musica è nuovamente il collante e il background perché ha molta presa sui giovani, ma sottende un messaggio di ben altro spessore. Se ben visto e compreso da un pubblico adolescente, può rappresentare uno spunto di riflessione su come dare fiducia solo alle persone significative: in famiglia e fra gli amici e gli affetti più cari; quindi avere il coraggio di essere se stessi e di non seguire pedissequamente la massa. E ripensando alla mia gioventù, mi rendo conto che si tratta di una questione ricorrente in questa fase della vita (e non solo). Mi chiedo come Gayle Forman, l’autrice dell’omonimo romanzo di formazione dal quale il film è evidentemente tratto, abbia sviluppato e scansionato questo messaggio nel suo libro, e mi toglierò la curiosità leggendolo quanto prima.

Last, but not least: la provvisorietà e l’importanza dei sentimenti. Mi sovviene il versetto del Vangelo di Matteo: Vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora (Mt 25,13). Ma attenzione: a mio parere il messaggio insito in questo film non è un semplice Carpe diem. È piuttosto un rispetto assoluto per la sacralità della vita e  una presa di coscienza della nostra unicità, avendo il coraggio di scegliere solo ciò che ci corrisponde profondamente, sia seguendo le nostre inclinazioni, che previlegiando il nostro valore di persone uniche ed irripetibili.

Niente spoiler, come sempre. Ma una cosa è certa: spesso Dio (per chi ci crede) o comunque la vita, decidono per noi. E se Mia, la protagonista, non fosse partita, non avrebbe verosimilmente potuto salvare, con piena consapevolezza, tutto ciò che le stava più a cuore: se stessa, Adam e violoncello.

Stop. Non aggiungo altro. E concludo in stile adolescenziale: Bello raga, ti stimo!


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