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Egregio Sig. Sindaco, leggiamo sul sito del PD, il suo partito, la sua risposta alla nostra interrogazione sulla Di Vittorio; rispetto a quanto Lei ha scritto intendiamo replicare entrando nel merito di alcune sue considerazioni, in quanto le stesse si configurano come il tentativo di “girare la frittata “.
E' questo un metodo che non ci appartiene: noi siamo abituati a registrare i fatti e i fatti sono quelli contenuti nelle dirette del Consiglio comunale e nei testi dell'ordine del giorno e delle interrogazioni da noi presentate e rimaste senza risposta, fino ad oggi. Siamo entrati, non per grazia ricevuta ma grazie al voto dei cittadini di Fidenza, in Consiglio comunale quando il nuovo CdA della Di Vittorio già aveva depositato in Tribunale i libri contabli accompagnati da una proposta di concordato preventivo elaborata dallo stesso CdA.A dire il vero, abbiamo cercato di parlarne in campagna elettorale ma non ci siamo riusciti; Lei, il candidato sindaco del Pd, ha accuratamente evitato il confronto, aiutato anche dal modo in cui sono stati organizzati - domanda del giornalista conduttore e tre minuti per la risposta - gli unici tre incontri tra i candidati alla carica di Sindaco. Sono passati sei mesi, abbiamo appreso dalla stampa locale di un incontro tra Sindaci e vertici della cooperativa; abbiamo atteso che Lei ne desse comunicazione in Consiglio, come doveroso; attesa vana.Per senso civico, pensando che anche Lei potesse condividerlo, abbiamo presentato un primo “ordine del giorno” in cui chiedevamo la costituzione in Provincia di un “ tavolo di crisi”Avevamo indicato la Provincia perchè la stessa, già coinvolta in tal senso da una interrogazione consiliare, nella primavera del 2014, si era espressa favorevolmente all'apertura del tavolo. Invece nulla, anzi ci siamo sentiti presi in giro da una delle sue tante giustificazioni, ricorda?... testuale: "devo darvi una notizia bomba: la Provincia non esiste più...”, una balla clamorosa, tant'è che oggi Lei Sig. Sindaco ne da testimonianza viva essendo diventato un importante Consigliere della Provincia, addirittura con l'incarico di assessore.Così come siamo rimasti sbalorditi quando abbiamo letto che Lei, un Sindaco, riduce la portata di questa crisi al solo aspetto finanziario. Ma in che mondo vive? Purtroppo le ripercussioni, ad esempio sulla occupazione, ci sono state, poche o tante, e ci saranno ancora, cosi’ come tante sono le implicazioni su un bene molto reale come la casa, che Lei minimizza riducendolo a mero problema finanziario. Per altro, anche una crisi finanziaria, ha sempre ricadute sul mercato, ricadute dirette o indirette che ben conosciamo e, per esperienza, sapiamo come queste procedure possano essere rilevanti per il salvataggio o meno di un’azienda. Notiamo inoltre che Lei ha letto i nostri interventi mezzo stampa e quindi avrà sicuramente notato un recente articolo, a firma della minoranza, si precisasse che per noi non era importante “il dove e il come” ma che si iniziasse a parlare del problema: Provincia o Comune, commissione consigliare o tavolo di crisi, ovunque purchè se ne parlasse per cercare di condividere insieme possibili soluzioni e alternative. Nel comunicato/risposta Lei ci parla di una “rete al di fuori dei riflettori”.Forse parliamo lingue diverse, ma la "rete" per noi è espressione di un modo di fare politica.Ci teniamo a precisare che le nostre liste, in campagna elettorale per le amministrative, non si sono presentate a fianco di nessun partito e che oggi come movimento Rete Civica Fidenza, non facciamo riferimento a nessun partito in particolare ma a tutti in generale. Parliamoci chiaro: quando si tratta di condividere problemi e obiettivi e idee utili ai cittadini noi non facciamo discriminazioni; come diceva qualcuno: “non importa se il gatto sia bianco o nero purchè prenda il topo”. L'ordine del giorno, come ogni altra proposta fatta da noi in questi sei mesi , non è stato votato dal suo partito, ed è per questo che, per avere riscontro di fatti e circostanze, abbiamo presentato una ulteriore interrogazione. La città, sulla questione Di Vittorio, era ed è in fermento, anche se, per timori vari o per consigli interessati, ufficialmente se ne parla poco e anche questo è un fatto strano.Nella nostra interrogazione del settembre scorso, avevamo anche chiesto, rinnovando la richiesta di “un Tavolo/Consiglio/Commissione”, un riscontro rispetto alla veridicità di alcune informazioni che ci erano pervenute”: ancora una volta nulla, silenzio assoluto. Nel frattempo, ecco che si muovono i 7 Sindaci e Lei, signor Sindaco, se ne esce con una affermazione, sempre senza darne prima comunicazione nelle sedi istituzionali, questa : “... sarebbe disastrosa la soluzione del fallimento disegnata dal commissario del Tribunale. Disastrosa per le famiglie che perderebbero i risparmi di una vita, messi nel prestito sociale (13 milioni di euro investiti da circa 700 soci). Disastrosa per i Comuni, che in caso di fallimento sarebbero costretti ad accollarsi debiti residui per 27 milioni circa ( rif. legge 865/71). Una follia che rischia di far saltare tutti, perché non ci sono i margini nemmeno per gestire uno solo di quei milioni…”, afermazione che, se fosse vera , ci porrebbe di fronte ad un disastro peggiore di quello che ci aspettavamo, che ricadrebbe sull'intera città con tasse ben più salate di quelle che Lei ci ha già “servito” nel 2014 in piena contraddizione con la promessa elettorale di “ripartire Dabòn” abbassando le tasse locali. Stiamo, per parte nostra, approfondendo tecnicamente la questione, ma nello stesso tempo non potevamo non fare chiarezza su questa sua improvvisa affermazione. Sapere e conoscere su quali presupposti i Sindaci hanno ritenuto di dover stimare i debiti residui in 27 milioni di euro e su quali presupposti la legge 865 è applicabile alla fattispecie in oggetto, è una domanda che esige risposte certe, altrimenti sul nulla si crea allarme sociale.Non chiediamo la luna, ma vogliamo sapere quali sono gli atti dei Comuni che li vincolerebbero finanziariamente alla crisi della cooperativa Di Vittorio. E ancora, come mai con questi presupposti si è votato di recente un assestamento di bilancio e i debiti residui stimati non sono stati ascritti nel bilancio Previsionale 2015, nemmeno nei conti d’ordine. E' per questo motivo che nella interrogazione del 28 novembre u.s. abbiamo fatto regolare richiesta di accesso agli atti, cioè per tutta la documentazione in possesso del Comune, anche se si è consolidata da mesi, all'interno dell'Amministrazione di Fidenza, l'abitudine a non rispondere. o rispondere con molto ritardo, alle interrogazioni formali e alle richieste di accesso agli atti da noi presentate. Questo distratto “modus operandi”, di cui abbiamo informato gli organi competenti, riteniamo sia non soltanto politicamente e istituzionalmente scorretto, ma soprattutto configura specifiche e ripetute omissioni e violazioni di normali obblighi di legge e, per di più, gravemente lesivo della dignità e delle prerogative dei Consiglieri comunali. Per quanto riguarda l' autonomia della magistratura, non avevamo e non abbiamo dubbi ed è per questo che siamo convinti che la sentenza non potrà che essere frutto di una obiettiva considerazione sull'evolversi dei fatti, auspicando che possa salvaguardare soci e creditori. In merito all'incontro con il Presidente del Tribunale, era Suo preciso compito istituzionale di darne comunicazione senza che la minoranza ne facesse richiesta. Le ricordiamo che da sempre le “Comunicazioni del Sindaco e della Giunta” sono al punto 2 dell'ordine del giorno del Consiglio comunale.Sig. Sindaco, Lei, non ce ne voglia, è anche un presuntuoso; conosciamo bene il “dramma dei cittadini”, alcuni di loro sono nostri familiari, parenti, amici e comunque in ogni caso nostri concittadini. E' proprio per questo che ci siamo rivolti a lei, oggi in qualità di Sindaco, ieri in quella di assessore di una delle tante giunte che hanno avuto rapporti con la cooperativa Di Vittorio, l'altro ieri in quella di consigliere di amministrazione della cooperativa, nonché esponente dell'area politica più vicina alla cooperativa stessa. Area politica che NON poteva NON conoscere questa situazione, tenuta sottotraccia in un “silenzio assordante “ per tutti questi anni. La nostra preoccupazione non è né strumentale né immotivata, perchè anche se la vicenda dovesse finire nella migliore delle ipotesi, cosa che ancora auspichiamo, avrebbe comunque ripercussioni importanti su tante famiglie soprattutto su quelle che non hanno potuto ritirare, come altri hanno fatto, i propri risparmi. Anche su questo abbiamo chiesto chiarimenti perchè “è sconcertante” che alcuni soci, addirittura anche quando i conti erano bloccati, abbiano potuto farlo mentre gli altri avranno indietro al massimo il 46% di quanto affidato fiduciariamente alla coop. Da parte sua, oltre al silenzio, abbiamo ricevuto solo giustificazioni del tipo “il problema della Di Vittorio è della Di Vittorio…”, salvo poi, negli ultimi giorni, diventare un grave problema per tutta la città.Inoltre nella sua risposta, come in altri suoi interventi in Consiglio comunale, ravvisiamo “pesanti riferimenti” ad aspetti di etica e morale personali che la dicono lunga su come Lei gestisce i rapporti con i suoi interlocutori, non intendiamo tollerare ulteriorme. Per quanto riguarda quello che Lei ha inteso ritenere accuse nei suoi confronti, ci spiace maabbiamo solo riportato quanto contenuto nei documenti amministrativi pubblici, che sapevamo bene dove reperire e che per il periodo 2003 - 2005 in particolare , ma anche prima, registrano un incremento “vertiginoso” dell’indebitamento…una situazione che ci pare “foriera” dell' attuale crisi e di cui nessun amministratore può dire di non aver conosciuto, a meno di dover rivalutare la capacità di intendere i numeri di un bilancio. Da ultimo, non c'è niente di straordinario che 7 Sindaci manifestino la loro preoccupazione per questa vicenda, anzi straordinario è che la manifestino solo ora e non in fase di presentazione del concordato dove le esperienze e le competenze di tutti, compreso quello delle minoranze, potevano avere un significato . Il da Lei citato Montesquieu scrive che ”...Per la democrazia, che è il regime di tutti, occorre una "virtù" particolare, fatta di serietà, di stima reciproca, di spirito d'uguaglianza, di rifiuto del privilegio e rispetto del diritto, di cura per le cose pubbliche che, essendo di tutti, non possono essere preda di nessuno in particolare. Potrei continuare e sarebbe un elenco che ci farebbe venire i brividi, per quanto lontani siamo dall'avere consolidato quella molla ideale. L'atteggiamento etico che è stato diffuso dappertutto e con tutti i mezzi, in questi decenni, è l'esatto contrario di tutto ciò. E ci stupiamo se avvertiamo la democrazia scricchiolare?"Se lo ricordi.Tanto le dovevamoA risentirci.RETE CIVICA FIDENZA http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane
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