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Retromarcia o schizofrenia?

Da Kobayashi @K0bayashi

Il sonno della ragione genera mostri. Libero, il quotidiano dalla doppia direzione (Maurizio Belpietro direttore responsabile, Vittorio Feltri direttore editoriale), si sta spostando con sempre maggior decisione verso un posizionamento d’opinione piuttosto che di reale informazione: tanto che la prima pagina, vera vetrina del prodotto editoriale, risulta sempre più infarcita di commenti e fondi e sempre meno pronta ad accogliere la notizia nel senso tradizionale del termine.

Poco male, tutto sommato: nel paese non mancano le testate che prediligono invece raccontare l’attualità senza un’eccessiva personalizzazione ideologica o caratterizzazione politica, dunque c’è spazio anche per una soluzione del genere. Quello che appare insolito, alle volte, è l’alternanza di pareri contrastanti anche su uno stesso argomento (bene, si dirà, evviva il contraddittorio!): fattore che, in alcuni casi, sfiora la schizofrenia.

E’ sicuramente questo il caso del weekend appena concluso. Se sabato 9 aprile era stato Belpietro a far stampare a caratteri cubitali l’inedito quanto rumoroso interrogativo “Berlusconi è bollito?”, con un editoriale di supporto grazie al quale analizzare punto per punto i presunti errori del presidente del Consiglio (salvo poi assolverlo di fatto con un poco coraggioso “Ma è ancora il meno peggio”), domenica 10 è toccato al compare Feltri fare da contraltare al tema del giorno riprendendo in parte la tesi del collega condirettore (“Ha commesso un sacco di stupidaggini e si è azzoppato da solo“) ma concludendo con un assolutorio “Bollito o no, viva Silvio”, con tanto di scontato corollario: “le alternative fanno venire i brividi“.

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Vedere affiancate le due prime pagine consecutive, a dirla tutta, fa proprio un certo effetto.


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