Recensione
- Etichetta: Cyclone Empire
- Anno: 2014
Uno dei dischi dell’anno in campo old school death metal è questo mastodontico lavoro dei tedeschi Revel In Flesh che rappresenta, insieme a “The Crawling Chaos” dei Puteraeon, licenziato anch’esso dalla Cyclone Empire, un manifesto di quello che era ed è fortunatamente ancora oggi il death metal scandinavo.
Prodotto agli Unisound studios da sua altezza Dan Swanö, Death Kult Legions è quanto di meglio potete trovare se amate il metal estremo dei primi anni novanta, proveniente dalle terre del nord Europa, una lava death metal che vi travolgerà nel suo essere devota al miglior sound nato negli ultimi venticinque anni.
La band, nata nel 2011, ha all’attivo due full lenght(“Deathevokation” del 2012 e “Manifested Darkness” del 2013) più una marea di split (ben quattro in questo 2014); il terzo ed ultimo lavoro sulla lunga distanza è una botta notevole, un album sacrificato sull’altare del death metal con tutti i crismi per essere considerato nel suo piccolo un cult.
Grandiose parti chitarristiche in pieno stile Edge Of Sanity (era “The Spectral Sorrows”) saldano le cuffie alle orecchie, rallentamenti e accelerazioni, tra Dismember e Hipocrisy, sconvolgono ed esaltano in egual misura; i brani elargiscono cattiveria, ma anche fantastiche melodie nei solos e frenate doom come solo gli autori di “Purgatory Afterglow” e “The Fourth Dimension” sapevano regalare e, quando decidono di inserire la quarta e scappare via (Hurt Locker), riescono ad elargire un furioso spettacolo estremo.
Il riff di Cryptcrawler è uno dei più belli sentiti da anni nel genere, colonna portante di una song capolavoro, così come l’enorme When Glory Turns To Ruin, mentre le campane sabbatiane che aprono la cattivissima Graveyard Procession sono puro delirio metallico.
Musicisti che sanno come far male, tutti sul pezzo, compreso il cavernoso e terribile growl di Haubersson, simile ma con due note sotto all’ex leader dei ‘Sanity, un lotto di canzoni fantastiche, ed una copertina epocale, rendono questo lavoro imperdibile; certo, qui si parla di old school ed allora non troverete il minimo accenno di modernità, ma se volete godere per cinquanta minuti di quello che è il re dei generi estremi non rimarrete delusi da Death Kult Legions.
Tracklist:
1. In the Name of the Flesh
2. When Glory Turns to Ruin
3. Black Oath Impurity
4. Graveyard Procession
5. Deathkult Legions
6. Frozen Majesty
7. Hurt Locker
8. Cryptcrawler
9. As Souls Descend
10. Leviathan
11. Necropolis
Line-up:
Gotzberg – Bass
Vogtsson – Drums
Herrmannsgard – Guitars
Maggesson – Drums, Guitars (lead)
Haubersson – Guitars, Bass, Vocals