Scritto da Marco Grande Arbitro
Mi piace pensare " The Revenant" come un'immensa distesa innevata, con la natura che viene nascosta da un maestoso velo bianco. Talmente bianco, che vi lascia stupefatti e senza parole. Ma allo stesso tempo siete infastiditi gelido vento, che vi penetra fin dentro alle ossa...
Il parere degli esperti è univoco e non vi nego che la penso esattamente come loro.
Tuttavia voglio aggiungere un paio di righe.
Come vi dettorecentemente, ho conosciuto Alejandro González Iñárritu grazie a " Biutiful". Con " Birdman" c'è stato il mio " connubio" con il regista. Quando ho saputo della notizia di " The Revenant", la curiosità è salita al massimo!
Dopo la visione del film ho capito due cose sul caro regista:
- Iñárritu ha una tecnica registica mostruosa, la migliore che esista in circolazione! Ci sono scene che ti fanno davvero mozzare il fiato. Sono magnifiche ;
- Iñárritu non è più il regista " umile" che era un tempo. Nonostante nei sui film ci siano sempre spiritualismi e simbolismi, possiamo dire che in "The Revenat" è un esaltazione del suo ego artistico! E' come se stesse dicendo: " " Sto facendo questo film per farvi vedere che ho il caxxo più lungo! . Volete un esempio? Prendete le scelte di girare il film in ordine sequenziale (iniziando dalla prima scena e finendo dall'ultima) e di girare sfruttando le luci reali del giorno... Sono state scommesse con se stesso, per mostrare tutta la sua bravura registica!
Ma non ci troviamo dinanzi i deliri di un pazzo: vi dico da subito che " The Revenant" un ottimo film ! Tuttavia gli manca quel qualcosa per esser perfetto ... Ora mi spiego.
Partiamo dal soggetto del film.
Tempo fa, da buon nerd ignorante, associai la parola "redivivo" a questo:
Poi vidi " Uomo Bianco, va' col tuo Dio!" e associai la parola "redivivo" a quest'uomo:
Hugh Glass fu un uomo dalle mille risorse, quasi leggendario se vogliamo. Citando di fretta Wikipedia:
" Glass divenne famoso per essere sopravvissuto all'attacco di un orso grizzly, che lo ferì a torso, braccia, gambe e viso, e per il suo ritorno dopo essere stato abbandonato dai compagni che lo credevano in fin di vita. La leggenda vuole che abbia vagato solitario per oltre 320 chilometri fino a Fort Kiowa nel South Dakota, pur lasciato senza armi né viveri dai suoi compagni della spedizione del generale Ashley del 1823 ".
Insomma, un uomo che sembra uscito da un romanzo. Ma come dicono gli amici di "Storie da Birreria": " Alla frontiera c'era gente tosta!"
Un film su Hugh Glass può stimolare davvero le fantasie più fervide dei migliori registi. Su questo punto, Iñárritu ha dato il meglio che poteva dare. Il massimo. C'è anche d'aggiungere che il regista non si è ispirato alla vera storia o al film citato del '71, ma dal romanzo di Michael Punke ( chiamato appunto "Revenant").
Ma quale uomo avrebbe potuto interpretare il possente Hugh Glass? Già nel 2011, Iñárritu ha avuto un solo nome nella testa: il " dategli l'Oscar" Leonardo di Caprio! E signori e signore, diciamocelo francamente: questo film lo abbiamo visto sopratutto perchè "ce sta Di Caprio "! E' stato un incentivo a vederlo " senza se e senza ma".
La sua interpretazione è stata magistrale? Nonostante sia stato abilissimo nel combattimento contro l'orso in cgi ( tra parentesi mi hanno fatto notare che nemmeno emette un'urla teatrale), nonostante pare che abbia davvero mangiato il cuore di una bestia, abbia per davvero scuoiato un cavallo e abbiamo portato un elevato numero di protesi ( altro che Metodo Stanislavskij)... Ho preferito l'interpretazione Tom Hardy. Perchè? Semplicemente questa volta Di Caprio non mi ha " colpito dentro", mentre il "Mad" Hardy si!
Lo "Hugh Glass" di Di Caprio è un personaggio con svariati turbamenti: è tormentato dal passato, abbattuto dagli sfortunati eventi e massacrato dalla fatica. Purtroppo riesco a percepire il suo dolore fisico, ma non il dolore interiore... Mentre il "Fitzgerald" di Hardy, abbrutito e impazzito dagli eventi, mi ha colpito maggiormente. Sarà quindi uno scandalo un eventuale Oscar Di Caprio? Alla fine, se vogliamo guardare il passato, no. Facciamo spallucce e andiamo avanti.
Ancora una volta Iñárritu gioca con i simbolismi. Ho notato molte similitudini viste in " Biutifil", come le visioni dei defunti. Ma ancora più intenso è il significato che il caro Victorlaszlo88 ci ha fatto notare. Secondo lo youtubers, " The Revenant" è come una grande spirale che gira intorno se stessa. Tutti i personaggi girano in tondo, per poi far i conti con le proprie azioni. Sopra di essa c'è una natura quasi Leopardiana, che è crudele contro chi la osa sfidare. Molte volte ci domanderemo su chi sia davvero il vero selvaggio o il vero malvagio del film...
Nel finale ci sentiremo alleggeriti, come se ci fossimo tolti un macigno dalla schiena. Questo è un film intenso e molto crudo. Ma non vi nego che qualcuno potrebbe anche annoiarsi...
Perchè il problema " The Revenant" è uno solo: noi si riesce a superare quella barriera invisibile che si crea tra il film e lo spettatore .
Questa non è la classica storia di vendetta, ma non c'è quell'elemento che lo fa spiccare tra le più originali . Peccato.
Credo di aver detto tutto... Vi consiglio di vedere il film? Certo che si, perchè stiamo parlando di un ottimo regista e di attori fenomenali. Non a caso ha fatto man bassa ai Golden Globe e ha dodici candidature agli Oscar... Però vedrete un film che ottimo, ma non perfetto... Sublime come la candida neve, ma freddo come il ghiaccio più pungente...