Magazine Cinema
7.5 su 10
La sorpresa arriva da chi meno te lo aspetti, quando meno te lo aspetti. Trascuro, con una certa noncuranza, il cinema di casa nostra e mi trovo tra le mani "Into Paradiso" di Paola Randi, che più che un'opera del nostro cinema tradizionale, racchiude in sè una summa di suggestioni atipiche, che ne alimentano di molto la caratura internazionale. La Randi è una regista brillante, capace di dar vita ad una storia all'apparenza dimessa e di gestire gli aspetti grotteschi senza cadere nelle macchiette umane ma, attraverso una scrittura calibrata, riuscendo a costruire una concatenazione narrativa che rispetti criteri artistici e anche esigenze di semplificazione narrativa. "Into paradiso" è un ibrido cinematografico, sospeso tra commedia e dramma, che trova un suo spazio nel nostro panorama uguale a ès stesso, un motivo di interesse e anche una possibilità chiara di integrazione, come detto, con i modelli internazionali. Tanto il montaggio, quanto le scelte di fotografia, quanto soprattutto l'intero impianto scenografico, con annesse musiche di tradizione e cultura diverse di Fausto Mesolella, riescono a creare un integrum tra tradizione locale (con Napoli che, astutamente, troneggia) e componente multietnica (non a caso "Into paradiso" è un quartiere del posto abitato da una comunità di singalesi) e in cui i motivi sociali di malaffare, crimini, politicanti e disoccupazione imperante sono coperti da una dimensione da commedia ironica, esagerata, con momenti favolistici e attimo surreali. Il tutto è garantito attraverso un ottimo uso del cast, in cui l'eccellenza è rappresentata dai nostri Peppe Servillo, fratello di Toni meno debordante, e Gianfelice Imparato, perfetto per il ruolo. La pellicola non smette mai di interessare lo spettatore, propone trovate geniali affini a modelli diversi (e la lungimiranza è del cast composito di sceneggiatori), e intrattiene come di rado accade. Un limite forse sta nell'eccessiva confusione narrativa nel finale, ma è anche un giusto escamotage per spezzare il ritmo, che da dimesso diventa vorticoso. Brillante, presentato al Controcampo veneziano. Tenete d'occhio il nome di Paola Randi, vi stupirà.
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