Review 2011 - Qualunquemente

Creato il 13 febbraio 2011 da Ludacri87




5.0 su 10
In poche righe espongo il mio pensiero su "Qualunquemente" di Giulio Manfredonia, ma che in realtà appartiene in tutte le sue caratteristiche contenutische e non ad Antonio Albanese. In primo luogo il film si propone di essere uno sguardo politicamente scorretto della politica. Il concetto di politica e di politicamente scorretto ormai, in larga parte, coincidono; da ciò la riproposizione cinematografica della realtà diventa inutile, giacchè l'atmosfera circense è già ovunque, dalla televisione e ad ogni mass-media. Il film , di contrappunto, non potendo fare nomi e cognomi, pur essendo allusivo, è una rappresentazione edulcorata e paradossale della realtà, che perde i suoi tratti duri, sfumati e acquista una dimensione da commedia caciarona, che gioca sui luoghi comuni e in cui la storia dei personaggi ha un valore strumentale al messaggio ma non eccelle nè per originalità nè per forza eversiva, soltanto per carica grottesca. Si tratta di una "non-stoia" sostituita da una serie di sketch tenuti insieme dalla moltitudine dei personaggi in scena, usciti da una favola trash piuttosto che dal quotidiano. L'organicità è la prima cosa che manca, a cui aggiungere il guizzo, la genialità, la lontananza dall'ovvietà. E se la realtà supera la fantasia, Albanese non fa colpo, ma rappresenta nei suoi slogan banali e grotteschi, fino all'esasperazione narrativa, una forma di politica realmente sincera per paradosso ("potere a lu pilu", "dei poveri non ci interessa nulla") e non ambigua e mascherata come quella attuale, che si difende dietro accuse altrui e sponsorizzazioni ad eventi ipocriti di cui si rappresenta l'antitesi. Perciò, la scommessa è persa. Ma la partita era davvero troppo difficile per essere vinta. Al massimo si poteva pareggiare con la realtà, ma in questo caso la sconfitta è netta. 4 a 0, palla al centro, a destra e a sinistra.

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