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Ron Howard cerca il "film minore" e ci riesce perfettamente. Peccato che scelga la chiave della commedia laddove, forse, un tono più drammatico avrebbe giovato e "imbarbarisce" il tutto con battutine facili facili e qualche futile riflessione. Ma "The Dilemma" è comunque un'opera interessante, seppure imperfetta, soprattutto perchè si tiene alla larga dalle contaminazioni rutilanti e volgarotte da Apatow in poi. E' un tentativo di recuperare l'autorialità del genere comico, non troppo riuscito ma non così biasimevole.
In primo luogo, a scarso di equivoci, non ho trovato "The Dilemma" un film così pessimo come gran parte dei critici e del pubblico, recensioni e dati al box-office alla mano. Piuttosto ho inquadrato l'opera di Howard come un tentativo coraggioso ma abortito di entrare nel giro della commedia americana, introducendo zampilli di diversa provenienza storica, tra "screwball" e "guerra dei sessi", cari alla comedy anni '30, un gusto sessuale vicino a quella anni '80 e una certa banalità standard anche nella scelta della location che non va al di là dell'aggiornamento dell'ultimo decennio del secolo trascorso, quello delle "commedie quotidiane", gli anni '90. Oggi "The Dilemma" suona un po' come un patchwork "fuori tempo" e la presenza di Howard alla regia non fa che confermare questa ipotesi. In fin dei conti, nell'assoluta imperfezione della pellicola, con dei momenti assolutamente scadenti e anche piuttosto piatti, almeno "The Dilemma" offre qualcosa di diverso rispetto alla nuova fase della comedy made in USA della cricca Apatow o di ispirazione televisiva e quel qual cosa sta, comunque, in una composizione e messa in quadro piuttosto elegante, raffinata, priva di "modernità", per certi versi ancora da opera "morale" piuttosto che il contrario, con molti clichè e poche nuove. Howard, nella sua messa a fuoco di pellicole di "impatto minore", a volte tira fuori un "Frost/Nixon", altre volte un'opera standard senza guizzi come questa ma, che in un panorama sempre uguale, risulta una simil-boccata di ossigeno, attraverso il recupero di diverse tradizioni, oggi scomparse o sullo sfondo di altre contaminazioni. Nulla di nuovo, attori anonimi, nonostante (o malgrado) i nomi, una certa vicinanza, anche se molto meno riuscita, all'ultima opera di James L. Brooks, un tentativo di cambiamento in un mondo di copie conformi. Nella cinematografia di oggi, "The Dilemma" è una copia difforme. Almeno questo va riconosciuto.
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