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"Megamind" non è il prodotto peggiore dell'anno cinematografico nel campo dell'animazione, anzi è una spanna sopra "Cattivissimo Me" e può avere un impatto sui bambini piccoli maggiore di "Dragon Trainer". Non ha nulla dell'ultimo Toy Story, ma è esattamente l'altra faccia, quella del divertimento fine a sè stesso. E' una pellicola godibile, veloce, facile. In un'epoca di complicazione e ibridismo di e per ogni genere, compreso quello destinato ai bambini come tramite diretto, "Megamind" è una risposta adeguata, forse solo un pò incolore, alle necessità di un'intrattenimento famigliare. Pur partendo da un assunto piuttosto alternativo, (la volontà di far nascere nello spettatore simpatia per il cattivo e distacco dal buono), come evidente dall'innesto del prologo iniziale, "Megamind" alla fine è un giocattolo da guardare con spensieratezza, evitando il sopraggiungere di stati emozionali forti. Infatti la premessa del cattivo-amabile, buono-antipatico viene ben presto meno, e, nella vicenda acquista un peso marginale rispetto alla semplice azione/trasformazione mimetica/oscillazione sentimentale irreale dei protagonisti. I colorati personaggi, più vicini agli "Incredibili" per anatomia di quanto sembri, e ricalcati in modo non eccessivamente somigliante agli attori che li doppiano in originale (come nel meno riuscito "Mostri contro Alieni"), sono un gioco, a cui l'eccessiva complicazione psicologica non serve. La regia del redidivo Tom McGrath, uno dei director del primo "Madagscar", è attenta a mescolare qualche citazione non troppo evidente e dà un tocco di personalità al film, che propone anche una soundtrack alternativa, in cui si mischiano AC/DC e Michael Jackson (con una divertente revisitazione di "Bad" coreografata). E Will Ferrell dà il meglio di sè anche nel doppiaggio, mentre Pitt, Hill e Tina Fey hanno ruoli solo in parte calzanti.
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