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Personalmente, da "non-addetta-ai-lavori" ho seguito le prime battute della cosa con quel briciolo di diffidenza che ritengo necessaria per restare ancorati alla realtà e non scadere nelle utopie iperuraniche. Non trascurabile, inoltre, il fatto che la suddetta diffidenza sia stata senza dubbio alimentata anche dalle voci made-in-Wikileaks sulle rivoluzioni pilotate, sui "Manuali del rivoluzionario" diffusi dagli USA e da qualche analisi sul ruolo di Israele nel gioco(²).
Intanto, tra una news alimentadiffidenza e l'altra, a intervalli quasi regolari come la corrente alternata, qualche intervista qua e là, qualche dichiarazione qua e là e sguardi di gentecomeme, gente comune che lotta per lottare, per salvarsi, per distruggere e creare , mi alimentavano stille di speranza (e anche stille di invidia, I confess, e per un'analisi precisa della mia invidia rimando a "Non ci vuole un altro sessantotto, ci vuole un altro Egitto", giusto qualche post più sotto).
Egitto e Tunisia. Liberi. Forse. No, non so se siano liberi, non sono una di quelli convinti che l'abbattimento dei tiranni risolva tutti i problemi, che il "costruire una democrazia" possa salvarli ecc ecc ecc. (Detto in altri termini, quelli che se ne sono lavati le mani e guardano tutto il processo con diffidenza paternalistica, restando arroccati sulle loro posizioni che tradizionalmente sono le posizioni del "mondo civile" e dei paesi sviluppati, ma che di fronte alla ventata fresca e giovane di queste rivoluzioni dimostrano un arretratezza culturale senza confini. E al banco degli imputati ci sono l'Europa, gli USA, l'Onu, eccetera eccetera eccetera). Tornando al discorso di cui sopra, non so se siano liberi, ma quantomeno hanno la PROBABILITA' di tentare di costruire qualcosa di nuovo, sebbene il "tentare di costruire qualcosa di nuovo" sia a tratti più rischioso della rivoluzione stessa.
Analizziamo gli scenari futuri più probabili (N.B: Ripeto. Non sono un'addetta ai lavori, pertanto gli scenari in questione sono roba sentita e/o letta in rete e le analisi a riguardo sono semplicemente riflessioni mie).
1) Rischi Qaedisti: ovvero infiltrazioni fondamentaliste, pseudotalebane & jihadiste nella "ricostruzione", con conseguente ricreazione di casi simili all'Iran e soprattutto all'Afghanistan e conseguente (molto) pepe al culo per Israele, in primis, e poi per Europa & Usa. Personalmente sono convinta che i rischi di questo tipo siano presenti, ma esigui, in quanto le lotte hanno mostrato dall'inizio un carattere del tutto differente dalle matrici fondamentalistiche o pseudotali. Basta leggere qualche dichiarazione per rendersene conto
Oltre a questo, ritengo che la "paura dei rischi qaedisti" da parte dell'Occidente sia una sorta di spauracchio fantoccio. Pura apparenza. Per due motivi: il primo è che un eventuale rinnovo dell'"allarme terrorismo", amplierebbe a dismisura il consenso dei governanti occidentali presso i loro popoli (E'provato che la paura alimenta la controllabilità dei popoli e quindi il potere dei governanti), facendo diminuire il dissenso (Oltretutto il "problema esterno" distoglierebbe l'attenzione dai "problemi interni", altra cosa provata storicamente); il secondo motivo è che, come successe per l'Iraq, le lobby militari, produttrici di armamenti, farebbero festa.
L'unico motivo di "paura" reale riguardo a questo possibile scenario sarebbe un peggioramento della crisi petrolio (E io dico, tanto meglio, così magari arriva il momento di cercare energie alternative. Anzi, di iniziare a utilizzarle, visto che di fatto già esistono da tempo)
2)Secondo scenario: creazione di nuovi modelli sociali totalmente diversi da quelli occidentali. Per quello che mi riguarda è lo scenario più auspicabile, ma meno probabile, per una serie di motivi: alcuni strati di popolazioni nei paesi "in rivolta" conservano ancora il miraggio della perfezione democratica occidentale, e sicuramente tenteranno di imitare i modelli democratici occidentali. Anche perchè, è indubbiamente più facile. Il secondo, ma non meno importante motivo, è l'intromissione (Per adesso solo a livello di "rapporti diplomatici") delle forze di potere occidentali nelle relazioni con i nascenti poteri che stanno prendendo piede nei paesi toccati dalle rivolte. Ovviamente, le suddette forze di potere occidentali, tenteranno di far progredire i nascenti poteri, purtroppo per il momento ancora deboli, in modelli a loro noti ed a loro simili per ottenere, poi, una maggiore facilità nei rapporti diplomatici futuri e per evitare che gli eventuali nuovi modelli sociali che si verrebbero a creare funzionino così bene da spingere anche i popoli occidentali a rivolte così imponenti
3) Terzo scenario: praticamente ne ho già parlato nell'analizzare il secondo scenario. Si tratta, infatti, della nascita di democrazie simili a quelle occidentali, già vecchie fin dalla nascita. I pregi e i difetti di questo modello sociale li conosciamo, dal momento che li viviamo sulla pelle.
Chiudo omaggiando i millenaristi, quelli fissati con le profezie, i Maya, gli alieni e il 2012 (Compresa me medesima, ma per quello che mi riguarda è colpa di X-Files):se, per citare Crozza nell'ultimo Ballarò, estremizzando il reimpasto dei conduttori proposto dal PDL, Giacobbo finisse a scrivere gli editoriali del TG1, sicuramente direbbe che la rivolte Maghrebine sono pilotate dall'alto, e per alto intendo proprio alto nel senso di cielo, universo. Insomma, alieni che si preparano il terreno per il 2012, chiaro. Del resto qualche mese fa c'era pure un video che parlava di Nibiru su esplosioni vulcaniche (Il vulcano islandese, do you remember?), crisi economiche (E che ve lo dico a fare!) e popoli in rivolta come prodromi della fine del mondo.
Nota: Non mi sono dimenticata la Libia, e non è che non voglio disturbare Gheddafi come qualcuno. Semplicemente la analizzo a parte nel prossimo post.
ALTRE NOTE:
(¹)Tipo le proteste in Albania che hanno citato in pochi, tipo lo Yemen, e simili
(²)Questo articolo qua, nello specifico: //www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-02-11/perche-rivoluzione-egitto-bene-210125.shtml?uuid=Aa8HKX7C
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