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Rewind

Creato il 26 gennaio 2015 da Fedetronconi

“I giorni che seguirono avevano tutti la stessa identica densità di una convivenza immaginaria, mangiavamo, parlavamo, ci tuffavamo nella vecchia capitale, non frequentavamo nessuno, abitavamo un’isola piccola, lottavamo con la sua impotenza che era tornata a farci visita, parlavamo del suo lavoro, piluccavamo notizie dai giornali, bevevamo litri d’acqua, caffè e vino rosso, dormivamo in posizione fetale, subivamo l’arrivo dell’autunno come animali che si preparano al letargo, malinconicamente ci spingevamo uno verso l’altro, era il sound di quei giorni, io seguivo, aspettavo, pazientavo.”

Un libro che leggi dall’inizio alla fine tutto d’un fiato! Un libro che procede al contrario.  Ti accomodi nel presente e poi un passo alla volta ti ritrovi a passeggiare come fossi dentro una macchina del tempo, perché è proprio il passato a far scorrere le pagine di questo racconto. “Rewind” è essenzialmente la storia di tre persone e delle loro relazioni.

Rewind

Zeno è un quarantenne broker milanese. Divorziato, affidabile ed equilibrato, con un figlio di nove anni. A rompere le sue comode abitudini arriva Talila, manager di una casa cinematografica, una figlia di quattro anni e una considerevole somma di denaro da investire. Tra loro un’attrazione immediata: due corpi che si mischiano insieme e vivono quel momento in cui non esistono pensieri e non esistono confini. Un’attrazione che si trasforma e sembra diventare “appartenenza”, quella che fa riconoscere se stessi anche solo in un abbraccio, in uno sguardo. Ma Talila sta ancora cercando di curare le ferite della sua ultima storia, quella con Rocco, il terzo protagonista. Pittore, in attesa di un successo che sembra non arrivare mai, vittima di insicurezze e ed esperienze personali che alimentano la sua “zona d’ombra” con la quale sembra non trovare pace.
Le loro storie, le loro vite, vanno a ritroso, tutte pervase da desideri che riempiono e svuotano le loro esistenze continuamente. Abbandoni, ossessioni, sensi di colpa, la miseria delle dipendenze. Ma anche, ad un certo punto, la voglia di continuare, di provare, di scommettere ancora sulla vita e sull’amore.
Si rimane profondamente affascinati da queste pagine, perché mettono a nudo ciò che spesso nelle nostre vite lasciamo sopito, nascosto: quel “lato oscuro” che si agita dentro ognuno di noi e che riusciamo a controllare solo perché impariamo a conoscerlo, impariamo a gestirlo.
Sono la consapevolezza e la memoria le grandi forze che consentono di ricostruire le vite spezzate. Perché spesso ci illudiamo, chiamando “dimenticare” ciò che in realtà è solo un adattarsi. Dimentichiamo per una questione di sopravvivenza. Ci adattiamo per restare incollati alle nostre vite. Finché rimaniamo fermi va tutto bene. E poi incontriamo quelle persone che riescono a “staccarci dal suolo”, a regalarci una prospettiva differente e a farci sentire nuovamente al sicuro, qualcuno pronto a difendere il nostro bene come fosse suo. Ed è in quel preciso momento, anche se è sempre difficile sorridere a ciò che si è perso, che si inizia a desiderare ancora una volta la felicità, a costo di rincorrerla e di rimanere senza fiato.  La meraviglia di questo libro arriva alla fine: quando all’ultima pagina ti senti addosso quel desiderio, fortissimo, di ricominciare a leggerlo di nuovo! Come fosse inevitabile…come se quel viaggio avesse bisogno , per concludersi, di non concludersi mai!

Recensione a cura di

Elena Lucente

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