Foto di Gi Modesto..Pirenei.. fin du siècle XX.
…altro interessante lavoro…. Con molteplici spunti di approfondimento… direi che la Tua ammirazione e conoscenza di Matisse e Cezanne e in generale dell’impressionismo può essere il filo conduttore di quest’opera che trova compimento in eleganti citazioni di temi che hanno caratterizzano la pittura italiana del novecento, oltre che nella rappresentazione ( molto piacevoli gli alberi in primo piano e le “villette a schiera” ), soprattutto nel senso di estraneità e libertà di costruzione prospettica che fa si che l’immagine appaia “congelata”, sospesa nel tempo in una visionaria ed onirica concezione della realtà.
Vedrei due letture possibili: la prima epidermica e (credo troppo) superficiale di serena descrizione di una situazione di arrivo, di accettazione ( quanto consapevole?) dell’obiettivo raggiunto di pace e tranquillità imperturbabile di un destino comunque ineluttabile.
Oppure una lettura più “psicoanalitica”, simbolica e autobiografica, il ciclista con il cappello (…. Mi ricorda qualcuno …. ) sceglie di abbandonare la strada maestra, allontanandosi da una natura violata e sfruttata (il mezzo agricolo? ) da un contesto economico selvaggio e profittatore ( la banca?), da un meccanicismo senza romanticismo che rifiuta ( la bici piuttosto che l’auto? ) e si inoltra (per scelta o inconsciamente?) per un viottolo laterale, che lo porterà verso la fantasia e ed il sogno … ( la felice intuizione di alberi fantastici come viatico per raggiungere l’agognata felicità).
Mik Likata,critico.
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Gi Modesto + Banca di paese. 62 x 62 cm
Modesto il nostro estemporaneo pittore di provincia ha bisogno di fondi per ri-emigrare.
In Città non ha trovato l’ambiente culturale che cercava e se avesse poi ascoltato tutte le favole che certi..parenti..gli han fischiato nelle orecchie per tenerlo all’ancora..meglio..non parlarne più.
Insomma è stato tutto un susseguirsi di eventi mal gestiti.
D’altro canto da un artista non si può pretendere anche la disciplina,soprattutto se ci si mette di mezzo anche il governo cittadino che lo vuole espellere,lo ritiene un sovversivo,lui cerca un clima dolce e mite dove possa dare sfogo alle sue fantasie e trovarsi ancora una ventenne.. come successe a Gauguin in Polinesia…
Nella speranza di mettere insieme almeno una mostra personale prima di partire,conta su Michele Likata per il solito..che non è un bicchiere di prosecco..ma un favorevole commento a quest’ultima sua opera.
La Banca di paese.
Sissignori,la banca territoriale,quella che non presta..ma regala..dove sei trattato non come un cliente..ma come un amico..quella che conosce tutti i pettegolezzi su quello che succede..da Washington..a Madrid..passando per Zurigo..quella che come entri hai già guadagnato..infine quel prezioso edificio che serve a dar man forte all’economia locale,non come fanno gli altri che qui vengono a raccogliere..e poi investono dove gli conviene.
Una novità?
Niente affatto.
L’avevamo anche noi,una volta,la banca di paese e poi l’appetito vien mangiando..ed essendo quotata in borsa..se la son pappata altri,ma è il processo digestivo che si è fatto duro e lungo,ovvero auguriamo ai nuovi proprietari.. buona fortuna e gran successo.
Modesto la fa breve.Questa è la sua Banca.
Naturalmente la cede ma vuole clienti solvibili.Niente titoli di stato con rating B- o peggio C o in liquidazione D,intendiamoci,non voglio nè greci nè portoghesi al momento.
Poi eventualmente si vedrà.
Avrete capito che non è un quadro da sperperare…a poche lire.