Magazine Informazione regionale

Riace, a rischio il modello di integrazione

Creato il 19 marzo 2014 da Makinsud

La cittadina di Riace, in Provincia di Reggio Calabria, è conosciuta nel mondo intero come un paese di accoglienza, modello delle politiche di integrazione per i rifugiati e richiedenti asilo politico. Con tale eccellente esperienza di integrazione, in molti si erano battuti affinché venissero abolite strutture come i Cie e i Cara, per adottare il cosiddetto “modello Riace”, voluto dal sindaco dell’accoglienza Mimmo Lucano.

riace

Anche il regista tedesco Wim Wenders rimase affascinato da tale esperienza, al punto che decise di modificare la sceneggiature del cortometraggio “Il volo” per dedicare ampio spazio a Riace, per la sua indole di accoglienza ed integrazione.

Nel frattempo, però, sembra che qualcosa sia cambiato, mettendo a rischio quell’esperienza tanto positiva. Proprio quando si era arrivati ad un ampliamento del sistema Sprar, con circa 400 domande accettate in tutta Italia, portando il numero di posti disponibili da 3000 a 20.000, Riace sta “spostando” altrove gli immigrati, ponendo fine ad anni di percorsi di integrazione sociale per 170 dei beneficiari di protezione, nonostante questi ultimi vivessero da anni nel comune della costa jonica reggina, avendo piantato lì le proprie radici e sentendosi parte della comunità di Riace. Anche i bambini non sono esenti da questi provvedimenti, obbligati a lasciare i compagni e le loro classi di scuola a metà anno scolastico: una grande beffa per chi, per molti anni, ha sposato la causa dell’integrazione, ritenendo che “è essenziale collocare al centro le persone accolte quali non sono dei meri beneficiari passivi di interventi predisposti in loro favore, ma protagonisti attivi del proprio percorso di accoglienza”.

riace

La nuova graduatoria pubblicata dalla Commissione di Valutazione del Ministero vede Riace in fondo alla lista con un numero massimo di 15 beneficiari assegnati (come previsto per tutti i comuni con meno di 5000 abitanti, ai quali si possono aggiungere altri 15 posti supplementari in caso di necessità) ancora più in basso rispetto ad altri Comuni, (come ad esempio Africo), che hanno ottenuto migliori valutazioni nonostante non si siano mai occupati di accoglienza.

Enza Papa, componente dell’associazione La Kasbah, che da anni gestisce i progetti di accoglienza in Calabria, per spiegare i criteri di valutazione ha commentato: “l’ampliamento dello Sprar è un segnale positivo, ma non possiamo tacere un dato preoccupante: all’ultimo bando hanno potuto candidarsi anche enti gestori che hanno speculato sul business della cosiddetta Emergenza Nord Africa, lasciando per strada centinaia di persone allo scadere dei fondi. In pratica, l’aver gestito questi “grandi progetti” li ha favoriti nell’approvazione di progetti all’interno di una rete, lo Sprar, nata invece su basi antitetiche alle logiche dei grandi volumi con cui, nei centri governativi e nelle strutture dell’ex Emergenza Nord Africa, le persone vengono trattate, come numeri e non come persone portatrici di identità specifiche e diritti inviolabili”.

Parole di rammarico arrivano, poi, anche dal sindaco Mimmo Lucano: “mi sono trovato ad occuparmi di accoglienza per una pura questione di identità politica. C’era da tendere una mano ai compagni curdi, che alla fine degli anni Novanta arrivarono sulla costa Jonica, e gli abbiamo dato ospitalità perché tanto, da noi, spazio ce n’era, visto che il nostro paese si era quasi completamente spopolato. Da lì è nato tutto”.

Al danno, poi, si è aggiunta anche la beffa per il sindaco Mimmo Lucano diffidato dal Ministero a dare accoglienza a tutti quegli emigranti che, dopo essere stati trasferiti altrove, stanno scappando per provare a far ritorno a Riace.

Riace, a rischio il modello di integrazione, 10.0 out of 10 based on 2 ratings

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :