All’epoca, la medicina aveva raggiunto un notevole grado di sviluppo teorico grazie a Galeno di Pergamo. La tradizione vuole che, Cosimo e Damiano, durante il loro errare per esercitare la missione medica, compivano guarigioni miracolose; una delle tante fu quella di aver sostituito la gamba ulcerata di un popolano con quella di un etiope morto poche ora prima; tutte queste guarigioni avvenivano durante il sonno dei malati .
Cosimo e Damiano furono martirizzati con il taglio della testa nel 303 d.C.
Dal passato, arriviamo al presente. A Riace, paesino della Calabria jonica, incastonato alle pendici dell’Aspromonte, dal 24 al 27 settembre di ogni anno, si tengono i festeggiamenti per i Santi Medici. La festa è un mix di tradizione e cristianità, dove la venerazione e l’amore verso questi Santi permea su tutto il paese, che per l’occasione si riempie di luminarie.
Il 24 si apre la fiera mercato di bestiame e di ogni tipo di mercanzia che dura tutti e quattro i giorni. Vengono erette baracche dove si cuociono e si mangiano piatti locali, osterie provvisorie; i venditori ambulanti si dispongono lungo tutta la strada, il tutto contornato da zingari che danzano, pastori e allevatori interessati alla compravendita di bestiame.
E’ da mettere in risalto il modo in cui si presentano ai santi; chi scalzo, chi strisciando in ginocchio o, per voto, strisciando la lingua sul pavimento della chiesa (a strisciata). Enorme è anche il campionario degli ex voto carichi di infinite storie. Seguendo una tradizione che risale ai tempi della Magna Grecia, i fedeli appendono alle pareti del santuario e sull’altare dei Santi guaritori le loro offerte in perenne ricordo della grazia ricevuta (trecce e ciocche di capelli, stampelle, oggetti d’oro); molti di questi sono modelli in cera di parti anatomiche sanate (cuore, arti, polmoni, ecc.). Tanti sono anche i vestiti da sposa offerti o riscattati per una grazia ricevuta; l’abito da sposa è considerato la cosa più preziosa che una donna possa avere.
Attualmente sono stati rimossi e messi in una stanza all’interno della chiesa per evitare trafugamenti, oltre che a permettere a più pellegrini di passare la notte o di presenziare alle messe durante gli altri giorni dell’anno.
Il 26 è il momento culminante dei festeggiamenti: il giorno della processione. Cito uno scritto dell’antropologo Lombardi Sartriani: “ Ho visto decine di bambini innalzati verso le statue, che venivano fatte toccare e baciare; alcuni di questi bambini erano vestiti come i paramenti dei santi. Ho visto una serie di ex voto di cera, fotografie e offerte in denaro. Ho notato un atteggiamento intensamente supplice ” .
Il corteo religioso parte dalla chiesa matrice e arriva al santuario (ex
Il 27 viene fatta la processione di ritorno alla chiesa matrice, con la differenza che la cassa non viene più portata a spalla, ma trasportata con un mezzo a motore e con una fiaccolata che chiude i festeggiamenti. Cosimo e Damiano sono anche festeggiati da associazioni di emigranti calabresi a Santena (Torino), Buenos Aires e New York.
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