Magazine Informazione regionale

Riace, non solo Bronzi

Creato il 31 ottobre 2013 da Makinsud
Riace, non solo Bronzi

La cittadina calabrese di Riace, nota per i famosi Bronzi, è in questi giorni al centro dell’attenzione mediatica per le numerose e preziose politiche che è riuscita a mettere in piedi nel campo dell’accoglienza. images37Nonostante i suoi 1800 abitanti ha ospitato a braccia aperte 230 rifugiati e richiedenti asilo, fornendo loro un tetto e borse lavoro alle famiglie, evitando così la chiusura delle scuole per mancanza di bambini e ripopolando le tante case abbandonate per sempre dagli emigranti calabresi.

In questo modo ha ridato vita all’intera comunità cittadina allontanando il rischio di trasformarsi in una delle tante Ghost Town del Paese.
Dato che l’afflusso di persone è notevolmente più rapida delle lungaggini burocratiche con cui i finanziamenti pubblici diventano materialmente utilizzabili a livello comunale, il sindaco di Riace, Domenico Lucano, noto come “Mimmo il curdo” o “Lucano l’afghano”, ha escogitato una soluzione tanto semplice quando pratica: battere moneta locale.

In questo modo ha ovviato alle esigenze quotidiane degli immigrati rendendoli autonomi e ha incentivato l’economia della zona.

I negozianti, infatti, considerano questa “moneta” come una specie di ticket mensa che riscuotono al comune quando arrivano i fondi.

In pratica a Riace si è innescato un circolo virtuoso per cui gli extracomunitari non solo sono ben accetti, ma addirittura richiesti per la sopravvivenza economica demografica e sociale della cittadina.

Una scelta efficace che contrasta nettamente con le politiche governative che, invece di integrare i rifugiati e i richiedenti asilo distribuendoli sul territorio nazionale, comprimendo così i costi per lo Stato, ha trasferito al Residence degli Aranci, vicino Mineo nel Catanese, tutti i richiedenti asilo dei centri d’accoglienza italiani creando, praticamente, un super campo militarizzato.
Anche se è difficile fare una stima effettiva, si può ipotizzare che questa operazione costi allo Stato più di 30 euro a persona, cui va sommato il canone d’affitto da versare alla ditta Pizzarotti di Parma.

“A Mineo è stato attivato un centro di detenzione contro la volontà delle comunità locali, come si può parlare di accoglienza quando è sorvegliato da Polizia e Carabinieri? A Riace non ci sono, non ce n’è bisogno. Riceviamo circa 24 euro a persona accolta – racconta il sindaco Lucano – una quota in cui sono comprese le buste paga degli operatori, gli affitti delle case, le utenze domestiche, le spese mediche e di scolarizzazione e anche le borse lavoro”.
Il “modello Riace” risulta vincente non solo socialmente perché aumenta la qualità della vita di tutti, ma anche economicamente perché riduce i costi. Bontà del modello testimoniata nientemeno che da Wim Wenders: “La vera utopia non è la caduta del muro (di Berlino ndr), ma quello che è stato realizzato in alcun paesi della Calabria, Riace in testa”.

Il contrasto evidente sulla questione, tra l’azione governativa e quella rappresentata a livello locale dal sindaco calabrese di Riace, assesta in modo evidente uno schiaffo morale alla gretta e bieca politica italiana per quanto riguarda efficienza, convenienza ed umanità. Ma probabilmente c’è di più. Fornisce un esempio chiaro ed estendibile ad altri contesti della situazione e delle problematiche del Mezzogiorno indicando tra l’altro le eventuali risposte da adottare: politiche di contiguità e continuità con i Paesi e le popolazioni del bacino mediterraneo (ed oltre); utilizzo della moneta come pratica economica con funzione sociale (e non solo come pratica finanziaria a fini speculativi); politiche autonome rispetto alle logiche “nazionali” che di nazionale hanno davvero ben poco.

A cura del dott. Tupputi


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :