Magazine Diario personale

Rialzati, tesoro mio…

Creato il 05 novembre 2011 da Lamagadioz

Via Venti Settembre

Non riesco a crederci. Guardo quelle immagini, le riguardo e dico “no, non è vero”. Vedo acqua ovunque, una strada completamente allagata che non riesco a riconoscere. Poi scorgo la scritta del Mc Donald nell’angolo, il Ponte Monumentale sullo sfondo e capisco. Capisco che non sto guardando un film catastrofico, ma la mia città. Che quella che vedo allagata è la strada più famosa, via Venti Settembre, il cuore della city. Il centro che tanto ho amato e amo ancora, anche così sommerso, anche così pieno di fango, anche così irriconoscibile. La city, come dire, che noi genovesi tanto vantiamo. Che poi, paragonata alle altre metropoli italiane, Genova è piccola, ha solo questa grande via davvero importante, mentre Roma o Milano sono piene di vie così. E io Genova la amo anche per questo. Amo i suoi dettagli, il suo essere così piccola e così grande allo stesso tempo. Adesso è tutto sommerso da acqua e fango. Chissà cosa stanno facendo i gestori del bar (porca miseria non ricordo il nome) a metà della via, gestito da padre e figlia, sempre così carini e gentili e il caffè buono. O la mia profumeria preferita, sarà sommersa adesso, per non parlare della mitica Feltrinelli dove passavo pomeriggi interi a leggere libri e vivere mille avventure, tutte nella mia testa. Chissà come sta la bellissima fontana di Piazza De Ferrari: non zampillerà più, per un bel po’ di tempo.

E la Valbisagno, dove ho vissuto gran parte della mia vita, è irriconoscibile. Mio zio abita proprio poco sopra via Fereggiano, dove sono morte quelle donne in un modo così tragico e surreale da sembrare finzione, tutte alla ricerca di un riparo, riparo che si è trasformato in trappola in una manciata di secondi. Mia cugina lavora in un centro commerciale a dieci metri dal Bisagno: mia zia ieri è corsa a prenderla, ma la macchina si è fermata a metà strada, bloccata da un muro d’acqua. E intanto mia cugina dentro il centro commerciale cominciava a spaventarsi per paura che l’acqua arrivasse fino in negozio. E allora mia zia ha preso un autobus, ma pure quello dopo poche centinaia di metri si è fermato. E se la sarebbe fatta a piedi, la zia Pina, avrebbe mangiato il fango a ingoiato tutta l’acqua del Bisagno per andare a prendere sua figlia. E ha visto una gru che spalava acqua a e fango e si dirigeva proprio verso il centro commerciale, e allora ci è salita sopra senza tanti problemi e si è fatta portare. Ha preso mia cugina e quando l’acqua si è calmata, sono tornate indietro nella macchina della collega. Piccola disavventura finita bene, come tante ne sono successe ieri. Sei tragedie in tutto questo. E via il balletto delle polemiche, se si poteva evitare, se è colpa dell’uomo, se invece è la natura che si è un po’ troppo incazzata questa volta e nessun superargine l’ avrebbe fermata. Non è la prima alluvione che si abbatte su Genova e non sarà l’ultima. Come sarà la prossima volta? Non lo voglio sapere, purtroppo gli errori del passato e La Storia sono lezioni che gli uomini non imparano mai abbastanza. Nel frattempo chi volesse aiutare anche a distanza, puo’  donare due euro con un sms al 45500. Grazie di cuore.

E dire che io ho assistito  a tutto questo da lontano. Da Novi Ligure, dove adesso piove come i matti, e in casa mia non funziona il riscaldamento e non c’è acqua calda ma poco mi importa. Penso a Genova che forse non sarà più la stessa, penso a quella bellissima città dilaniata da acqua e fango, alla gente che ha perso tutto, alle vittime e ai responsabili, se ci sono. Penso al centro storico, il porto, i palazzi antichi, patrimonio dell’umanità e la sua atmosfera da città di mare che pero’ vuole fare la grande, vuole fare la city senza abbandonare la mentalità del pescatore. Un connubio strano, un popolo particolare. Non li senti mai. Nelle tv o radio nazionali è difficile sentire un genovese. E’ difficile leggerne sui giornali. Ci facciamo gli affari nostri, viviamo e lasciamo vivere. Siamo un popolo strano, amiamo la nostra routine e per conquistarci devi fare i salti mortali, ma una volta che ci riesci noi non ti abbandoniamo più.

Io sono scappata da Genova nel 2009, stufa di tutto e di tutti, ma non della città. Lei me la sono portata nel cuore, anche in Australia. Quando passeggiavo a Darling Harbour e vedevo i gabbiani e pensavo “che bello”, ma poi mi ricordavo il Porto Antico di Genova e dicevi si, che bello, pero’….

E quando vagavo immersa nelle luci, nei colori e nei rumori di George Street e la paragonavo alla piccola Venti Settembre che giri in mezzora, e dicevo “wow Geroge Street è una figata”, ma sentivo una piccola spina nel mio cuoricino che mi ricordava quella piccola via  che quando ero bambina mi sembrava immensa e così lunga da percorrere. O quando passeggiavo a The Rocks, il quartiere più antico di Sydney e facevo quella che si meraviglia, ma poi pensavo al centro storico di Genova e mi scappava quasi da ridere.

Penso a quando i clienti dei vari bar dove lavoravo, sapendo che ero italiana, mi chiedevano cosa ci trovassi in Sydney di così bello e io mi dilungavo in descrizioni fantastiche delle sensazioni che quella città mi dava. Poi mi chiedevano di che parte dell’Italia fossi e io rispondevo, quasi sommessamente, “Genoa”, perché pensavo che nessuno la conoscesse o che fosse solo nota come “la città vicino Portofino”. E invece mi sono dovuta ricredere, più di una volta.  Gli australiani che ci sono stati, ne sono rimasti incantati. “That’s amazing, simply fantastic”, mi dicevano, “The Harbour and the Ancient city are just wonderful, never seen something like that” mi ripetevano con quell’accento aussie e a me prendeva un groppo alla gola che non riuscivo più a parlare non ci potevo credere che Genova era conosciuta persino in Australia.

Una volta un uomo mi disse addirittura che Genova era la città più bella che avesse mai visto. Robe che non senti tutti i giorni, robe che senti solo per le varie Firenze, Venezia, Roma e Napoli. E invece anche la mia piccola Zena stava diventando famosa nel mondo.

Ne vado fiera e  mi manca da morire. La vita per me ha scelto strade diverse, ma la mia città sarà sempre nel mio cuore e ovunque il destino mi porterà, io saro’sempre genovese.

Ciao tesoro mio, smettila di piangere e rialzati, come solo tu sai fare.

La zona di Genova Brignole


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