E’ proprio lì che Josè Garramon è stato trovato in fin di vita, ma ancora vivo. Come ricorda sua madre, Maria Laura Bulanti Garramon, il dodicenne morì in ambulanza, secondo quanto le è stato riferito dai medici che tentarono di salvargli la vita. Marco Accetti sostenne, invece, che il piccolo era già morto e che non avvertì le autorità perchè si trovava lì con una persona della quale non poteva rivelare l’identità. Erano sulla strada della Pineta perchè si trovava in prossimità dell’abitazione del giudice Severino Santiapichi per esecitare alcune pressioni su di lui, legando il tutto alla scomparsa di Emanuela Orlandi.
Quanto c’è di vero nelle affermazioni di Marco Fassoni Accetti? Per il momento, sembra ben poco. Che abbia legato i casi Orlandi-Gregori per coprire la vera natura dei reati che ha compiuto? Resta un mistero fino agli accertamenti della Procura.
I fatti noti, però, lasciano intendere che potrebbe essere stato lui a rapire Josè Garramon per portarlo dalla zona Eur di Roma fino ad Ostia, la governante dei Garramon, Martha Garcia, ha inoltre sostenuto che Accetti si sarebbe recato a casa di Josè un mese prima della scomparsa.
E’ anche possibile che sia legata a lui la scomparsa di Bruno Romano, sebbene Accetti abbia fatto sapere di non aver avuto nulla a che fare con il ragazzino di cui si sono perse le tracce nel 1997 e di cui, si dice, le spoglie siano state occultate presso la Pineta di Ostia.
Ma escludendo il caso di Bruno Romano, qual è il nesso logico tra la morte di Josè Garramon e le scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori? Già, perchè Marco Fassoni Accetti si è presentato alla redazione di “Chi l’ha visto?” affermando di essere stato il telefonista che, in entrambi i casi, ha comunicato con la trasmissione televisiva e con i familiari. In sostanza, questa persona ritiene di essere al corrente dei fatti ed, addirittura, di aver preso parte ai rapimenti.
Non solo, Marco Accetti sostiene di aver fatto ritrovare il flauto di Emanuela Orlandi, ma dopo le analisi della Scientifica, è emerso che non vi è traccia di alcun Dna. Il fotografo romano ha spiegato più volte che si è finto pedofilo per riuscire a penetrare in certi ambienti, ove avrebbe potuto esercitare pressioni. Parla anche degli ambienti Vaticani, ma i deboli accenni che fa, non sono esaustivi.
Quello che è certo è che Marco Fassoni Accetti si ritiene un artista e tramite il suo sito web ha diffuso cortometraggi realizzati da lui stesso, dove appaiono bambini in balìa degli adulti. La pedofilia, almeno nei filmati di Marco Accetti, sembra un tema ricorrente di quelle che definisce “opere d’arte”.