
Oggi la maggior parte degli 8 milioni di studenti italiani torna in classe: la campanella è suonata in 9 regioni e nella provincia di Bolzano. La giornata con l’avvio della riforma, la quale riguarderà circa 600 mila studenti delle superiori, è stata definita “storica” dal Ministro Mariastella Gelmini. Ma ovviamente il nuovo anno scolastico riparte tra le polemiche: ieri migliaia di precari del Sud hanno bloccato gli imbarcaderi sullo stretto di Messina e molti studenti hanno annunciato per oggi proteste e flash mob a tema.
Nel frattempo, il ministro Gelmini ha risposto a distanza alle polemiche:
“Per risolvere il problema dei 220 mila precari, l’unica soluzione è il numero programmato che sarà introdotto da quest’anno, confermando che nell’arco di 8 anni, grazie ai pensionamenti, circa 21 mila l’anno e grazie anche alle nuove immissioni in ruolo, di conseguenza è possibile entro il 2018 dare risposta a tutti i precari che abbiamo ereditato”.
Il ministro continua dicendo:
“Saranno 150 mila le immissioni in ruolo, mentre per le restanti 70 mila persone si tratterà di contratti a tempo determinato. Non ci saranno più spazi aperti a tutti, perché questa modalità si è dimostrata non valida: anziché assegnare posti di lavoro si sono assegnati posti di attesa nelle graduatorie”.
Il ministro ha ammesso che questo provocherà problemi all’ingresso dei giovani:
“Programmare il numero significa sicuramente dare ai giovani non il blocco, ma un numero limitato di posti”.
I sindacati chiedono il ritiro del provvedimento e il portavoce di Idv, Leoluca Orlando, parla di “un dramma che non riguarda solo centinaia di migliaia di precari, ma l’intero Paese, nel quale si guarda con atteggiamento di sufficienza, commiserazione e indifferenza gli intellettuali e i professionisti”.
Sorvolando sulle polemiche, comunque sono molti che appoggiano la riforma, in particolare il riordinamento dei vari indirizzi presenti tra le varie scuole superiori. Come spiega il ministro Gelmini:
“Viene completamente ridisegnata la struttura della scuola superiore, all’insegna della chiarezza e della modernità. Maggiore il collegamento tra scuola e lavoro, più attenzione alle materie scientifiche, più inglese e rilancio dell’istruzione tecnica e professionale. Insomma, questa è una riforma che ha deciso di puntare sugli studenti e sul loro futuro”.
Se ne volete sapere di più, vi lascio il link qui alle varie modifiche che la riforma dà luogo.