Riavvio del sistema.

Lo scorso weekend è terminato il mio stage presso lo studio legale italo-tedesco di Francoforte di cui vi avevo parlato tempo fa. Sono stati due mesi intensi, mattina, pomeriggio e a volte anche sera, a lavorare su fascicoli, atti, traduzioni, ricerche e tutto ciò che fa parte del mondo giuridico pratico e concreto, a fronte dei tomi polverosi che ci impongono nelle aule universitarie. Alcune volte è stata tosta (devo ammetterlo, soprattutto quando si passa la notte prima praticamente senza dormire, vedi Halloween o simili), ma ho fatto tutto sommato bella esperienza, anche e soprattutto per l'atmosfera che si respirava all'interno dello studio, amichevole, piacevole e mite (a parte qualche sporadica diatriba tra segretarie e avvocati). Ho stretto un buon rapporto con quasi tutti quanti. 
Alcuni "colleghi" avvocati di Roma, che hanno lavorato anche in studi legali italiani, mi hanno detto che in Italia non è così. Dicono che nel bel Paese non solo ti facciano sudare, ma che ti facciano fare anche lavori da bassa manovalanza, cameriere o facchino - a seconda delle esigenze del momento - fino a sera tardi, weekend compresi, in un ambiente che di amichevole ha semmai solo il CID. Ovviamente sono tutte espressioni che dovrò verificare di persona, non avendo ancora mai messo piede in uno studio italiano come praticante; ma l'opportunità di fare sei mesi di pratica all'estero dopo la laurea non me la lascerò di certo sfuggire. Intanto la vita a Francoforte continua con una nuova avventura, con le sue 50 sfumature di grigio (del cielo, non del libro) e con i vetri dei suoi grattacieli rigati dalla pioggia.