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Ribelli siriani: un’intervista con Jabhat al-Nusra

Creato il 11 giugno 2013 da Amina De Biasio @aminavagante

Cosa pensa e quali sono le convizioni politico-religose di un miliziano qaedista siriano? Ho letto questa intervista sull’Economist e ho pensato di tradurla in modo da renderla fruibile al maggior numero di persone possibile. Perché è giusto leggerla, è giusto cercare di capire.

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L’intervistato è un giovane ribelle di Jabhat al-Nusra, un gruppo estremista siriano sunnita affiliato ad al-Qaeda. Prima insegnante e poi piastrellista, è vestito con pantaloni neri ben stirati, una camicia bianca e un turbante nero. Una pistola gli riposa sul grembo. È accompagnato da un uomo più anziano, che sembra giudicare le sue risposte. Sono entrambi siriani e chiedono di restare anonimi, perché non hanno il permesso di parlare con la stampa.

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Come è diventata così potente Jabhat al-Nusra?
Il motivo è l’indebolimento degli altri gruppi. Jabhat al-Nusra è in vantaggio grazie alla nostra ideologia. Non siamo semplicemente dei ribelli; stiamo facendo qualcosa in cui crediamo. Non stiamo semplicemente lottando contro la tirannia; Bashar al-Assad è solo una parte della nostra lotta. Gli altri gruppi sono solo una reazione al regime, noi invece lottiamo per una visione.

Cos’è questa visione?
Stiamo lottando per applicare ciò che Allah ha detto al profeta Maometto, che la pace sia su di lui. Stiamo combattendo affinché la gente non si curi delle altre persone, ma solo di Allah. Noi non crediamo in una libertà completa: la libertà è limitata dalle leggi di Allah.
Allah ci ha creati e sa cosa è meglio per noi.

Che futuro intravedi per la Siria – o intravedi una Siria in futuro?
Noi vogliamo il futuro comandato dall’Islam. Non uno Stato con le frontiere, ma una umma  (comunità islamica di credenti) di tutti i musulmani. Tutti i musulmani dovrebbero essere uniti.

La Siria è nota per la sua varietà confessionale. Come vedi le altre sette?
Le altre sette sono protette dallo stato islamico. Maometto – che la pace sia su di lui – aveva un vicino di casa ebreo, per esempio, ed era sempre buono con lui. Ma il potere e l’autorità devono appartenere ai credenti (sunniti), non agli infedeli.

Cosa pensi degli altri sunniti, che sono più moderati di voi?
Noi applicheremo la sharia (legge di Allah) su di loro.

Cosa pensi degli alawiti?
Allah sa cosa sarà di loro. C’è una differenza tra i kuffar normali (infedeli) e quelli che si sono convertiti dall’Islam. In quest’ultimo caso, bisogna punirli. Gli alawiti sono inclusi. Anche i sunniti che vogliono la democrazia sono infedeli, così come lo sono gli sciiti. Non si tratta di chi è fedele o meno al regime; si tratta della loro religione. La sharia dice che non ci deve essere alcuna punizione degli innocenti ma che ci deve essere la punizione del male; questo è quello che noi seguiamo.

Avete perso o guadagnato combattenti dopo l’annuncio del vostro legame con al-Qaeda?
Noi siamo con tutto quello che rappresenta il vero Islam, che sia al-Qaeda o altro. Se esiste un gruppo migliore, andremo con loro. L’effetto dell’annuncio è che adesso sappiamo chi sono i nostra amici e chi sono i nostri nemici. La brava gente verrà al nostro fianco e le cattive persone lasceranno.

Molti – forse la maggior parte – dei siriani non condividono la vostra opinione. Ti importa?
Sarebbe stato bello se i siriani fossero stati con noi, ma i kuffar non sono importanti. Abramo e Sarah affrontavano tutti gli infedeli, per esempio, ma stavano facendo la cosa giusta. Il numero con noi non importa.

Quali altri gruppi di ribelli vedi come accettabili? Ahrar al-Sham, un altro gruppo salafita, ha criticato i vostri legami con al-Qaeda.
Credo che solo il 5% dei battaglioni siano contro la visione islamica. Ahrar al-Sham è un mix di islamisti e persone che amano Allah, quindi non siamo sicuri della loro visione. Siamo così chiari così come Maometto – che la pace sia su di lui – è stato chiaro con noi. Gli altri gruppi hanno buone convinzioni, ma quelli commissionati siamo noi.

Le differenze porteranno scontri, come è successo in altri luoghi? E come reagireste se le potenze occidentali decidessero di armare gli altri gruppi di ribelli?
Se le armi arriveranno a persone che combattono Assad e Hezbollah, va bene così. Se le usano contro di noi, allora è un problema. Eviteremo di combattere gli altri gruppi, se possiamo. L’Occidente vuole rovinare la Siria.

Quando è difficile diventare un membro di Jabhat al-Nusra?
Esaminiamo quelli che vogliono farne parte. In primo luogo è necessario essere fedeli alla linea di Jabhat al-Nusra. In secondo luogo, è necessario ottenere una raccomandazione (da qualcuno già nell’organizzazione). In terzo luogo, si va in un campo per essere addestrati ed educati, poi si fa il giuramento di fedeltà all’emiro (capo dell’organizzazione).

Avete intenzione di effettuare operazioni contro l’Occidente in futuro?
Non c’è amicizia permanente né un nemico permanente. Faremo tutto ciò che è nell’interesse dei musulmani. Il nostro primo dovere è combattere i kuffar che sono tra noi, qui nelle nostre terre musulmane occupate. Il compito successivo sarà deciso in seguito.

Avete contatti con il regime siriano?
Se è nell’interesse dei musulmani, come per il gas o per l’acqua, allora non abbiamo problemi. Tali questioni sono nelle mani dell’emiro (capo dell’organizzazione).

La vostra presenza aiuta il regime, che ha cercato di ritrarre l’opposizione come estremista. Cosa ne pensi?
Il regime forse ne trae benefici, ma alla fine mostreremo a tutti gli esseri umani, siriani e non, la via e il vero Islam.

Qual è la vostra opinione delle donne?
La donna nell’Islam ha un ruolo speciale. Lei è rispettata come moglie, madre, sorella, figlia. È un gioiello che dovremmo curare e preservare. In Occidente hanno dato la libertà alle donne, ma le usano e non le rispettano. La donna viene usata nella pubblicità. Noi non abbiamo un problema con la donna che lavora in accordo alla sua mente e al suo corpo. Ma non lavori che umiliano. La gioielleria va bene sulle donne, ma non sull’uomo, e non troppa. Il trucco dovrebbe essere solo per il marito. Possono indossare vestiti colorati e mostrare il loro volto. (L’uomo più anziano è in disaccordo, dicendo che le donne dovrebbero coprire il loro volto e le mani)

Non dovrebbero coprirsi anche gli uomini, per evitare che le donne guardino i mariti altrui?
Le nostre donne pongono la stessa domanda. Alcuni uomini non riescono a controllarsi e la donna è la causa. È più facile prevenire gli abusi. Il compito degli uomini è quello di uscire e lavorare. Il cervello dell’uomo è più grande di quello della donna – è scientificamente provato. I cervelli degli uomini hanno diverse aree, per pensare e per parlare ma le donne no, ed è per questo che le donne dicono quello che pensano.

Cosa succede se la vostra interpretazione del Corano è sbagliata?
Ci sono due tipi di versi. Prima di tutto quelli che sono stabili e immutabili. Poi ci sono quelli su cui le persone possono differire, come la regola secondo la quale bisogna fare un’abluzione dopo aver toccato una donna. Significa dopo aver toccato la sua pelle o dopo un rapporto sessuale? Le opinioni possono differire.

Ritieni altri estremisti troppo radicali, come i talebani, per esempio?
Ci sono persone impegnate per l’Islam e poi ci sono persone lontane da esso. Nessuno tra quelli impegnati è troppo radicale. Non ho incontrato nessuno dei talebani, ma mi sembrano buoni musulmani perché hanno difeso la loro religione e la loro terra dall’occupazione, hanno cacciato fuori il nemico ed applicato la sharia.

Ha studiato la religione?
Ero povero, ma ho letto la Bibbia e un sacco di libri ebraici ed islamici. La mia testa e il mio cuore mi hanno detto di accettare il Corano e la Sunna. L’Islam è diverso perché ha una visione completa della vita, della società, della politica e dell’economia. Si tratta di un sistema completo.

Sentiamo che c’è una spaccatura all’interno di Jabhat al-Nusra sui legami con al-Qaeda. Tu sei in disaccordo con questo o altri argomenti?
Ci sono delle piccole differenze, ma quando diamo la lealtà, obbediamo.

(The Economist, 23 maggio 2013)
Traduzione di Amina De Biasio


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