Un mosaico di Mercurio del Bacino Vivaldi. Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington
Chiamato in onore del compositore veneziano del XVII secolo, il Bacino Vivaldi si trova nell’emisfero sud di Mercurio ed è stato catturato il 26 agosto 2012 dalla sonda Messenger della NASA. Il basamento liscio del vasto cratere di 213 chilometri di diametro mostra un netto contrasto con il terreno incredibilmente craterizzato e frastagliato al di là del suo anello più esterno che si è formato in seguito al materiale espulso durante l’impatto. La superficie craterizzata è comunque enfatizzata dal basso angolo di illuminazione con cui è stata ripresa l’immagine.
Le recenti scoperte compiute dalla sonda Messenger della NASA hanno mostrato variazioni nella composizione superficiale di Mercurio a causa del vulcanismo che si deve essere verificato in momenti diversi, oltre ad un’alta concentrazione di elementi come il magnesio e lo zolfo, molto di più di quelli rilevati in tutti gli altri pianeti terrestri.
Nei risultati che verranno pubblicati a breve nel Journal of Geophysical Research, i ricercatori riferiscono che le pianure vulcaniche di Mercurio differiscono in composizione dai terreni circostanti più vecchi. I terreni più vecchi hanno rapporti magnesio/silicio, zolfo/silicio e calcio/silicio maggiori ma un rapporto alluminio/silicio minore suggerendo che il materiale delle pianure deve essere eruttato da una sorgente di magma chimicamente differente dalla sorgente di materiale nelle regioni più antiche, secondo quanto ha affermato Shoshana Weider del Carnegie Institution of Washington, autore capo del paper.
La superficie di Mercurio inoltre sembra mostrare un alto contenuto di magnesio e zolfo arricchito di minerali.
“Nessuno degli altri pianeti terrestri ha livelli alti di zolfo. Si è trovato una quantità pari a dieci volte la quantità di zolfo presente sulla Terra e su Marte” ha affermato Weider. “In termini di magnesio abbiamo del materiale sulla Terra che è ricco di magnesio. In genere sono rocce vulcaniche antiche che si sono formate da lava molto calda. Di conseguenza, la composizione di Mercurio ci racconta che le eruzioni di lava ad alta temperatura devono aver formato questi materiali ricchi di magnesio”.
I dati sono stati ottenuti dall’X Ray Spectrometer (XRS) di Messenger, uno dei due strumenti progettati per la misura dell’abbondanza di molti elementi chiave sulla superficie sottile di Mercurio, di circa 2 millimetri. XRS rileva emissioni da elementi nell’intervallo di 1-10 KeV, in particolare quelli del magnesio, dell’alluminio, del silicio, dello zolfo, del calcio, del titanio e del ferro.
Fonte Messenger NASA: MESSENGER’s X-Ray Spectrometer Reveals Chemical Diversity on Mercury’s Surface – http://messenger.jhuapl.edu/news_room/details.php?id=229
Sabrina