Riccardo le prese il volto tra le mani, liberandolo dei ricci appesantiti dalla pioggia…

Da Vivianap @vpicchiarelli

Riccardo le prese il volto tra le mani, liberandolo dei ricci appesantiti dalla pioggia, la fissò, temendo di perdersi, in quegli occhi brillanti e fieri, e la baciò.
Salirono velocemente nella camera di lei.
In un attimo i loro vestiti finirono ai piedi del letto.
Lei, stesa sopra le lenzuola.
Lui, impietrito su un lato.
Era bellissima, perfetta, neanche un ritratto avrebbe potuto essere migliore.
Le si accostò, le cinse la vita e la avvicinò a sé.
Lei si lasciò prendere con una leggerezza inaspettata, addolcendo la forza selvaggia che li aveva sorpresi pochi istanti prima, al piano inferiore.
In un attimo, Riccardo le scivolò sopra, lei stesa, sul letto, sorreggeva la testa con le mani, socchiuse gli occhi e attese quello che sarebbe seguito e che desiderava avvenisse.
Ginevra sentì che le labbra di lui cercavano qualcosa di più della sua pelle e del suo sapore, era come se volessero marchiarla a fuoco.
E lei bruciava sotto quell’assalto.
Riccardo le raccolse i seni, soppesandoli e massaggiandoli, alternando la bramosia con la delicatezza, l’urgenza con la decantazione. Poi le sussurrò qualcosa all’orecchio: parole indistinte, ma dal suono rassicurante e carezzevole.
Lei strinse i glutei per saggiare meglio il suo sesso che si irrigidiva e cresceva assieme all’eccitazione che la stava sconvolgendo, dischiuse gli occhi ferendo quelli di lui con lo sguardo di chi non può e non vuole resistere oltre.
Lui lo capì immediatamente e le sue parole divennero sempre più esigenti, sempre più intense, talmente piene da non poter più essere solo sussurrate.
Dovevano esplodere, come lui, in quell’istante.
I respiri divennero feroci, i movimenti convulsi, il bisogno di completezza era ormai vitale, al limite della loro stessa sopravvivenza.
Perversione e peccato erano il loro paradiso in quel momento, l’unico luogo in cui desideravano annullarsi.
E fu proprio in quegli istanti che ebbero la sensazione dolorosa di riconoscersi e di appartenersi.
Lo percepirono nell’impossibilità di smettere di guardarsi, mentre si abbandonavano al ritmo crescente dell’incastro bestiale dei corpi.
E questo li spaventò.
E li incattivì.
La loro diventò una lotta, lo scontro di chi vorrebbe divorare l’altro per annientarlo, per goderne la resa e per esserne, a sua volta, completamente in balia.
Riccardo e Ginevra, due anime ai margini che si erano messe a nudo prima ancora di essersi mai toccate o spogliate, stavano per oltrepassare il punto di non ritorno.
Senza saperlo.

tratto da LA LOCANDA DELLE EMOZIONI DI CARTA
di Viviana Picchiarelli
a cura di Costanza Bondi

photo credit: * RICCIO via photopin cc


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