Riccardo trascorse la giornata in uno stato di attesa febbrile. Da quando si era imbattuto in quella donna aveva percepito chiaramente qualcosa di nuovo, di diverso, di inaspettato. Persino insperato. I suoi rapporti con l’universo femminile erano stati sempre all’insegna del consumo immediato, consapevole e condiviso da ambo le parti, rari i coinvolgimenti, sporadiche le manifestazioni di amore, anzi, forse non aveva mai avuto modo di sperimentarlo appieno. A quella parte della vita non aveva mai dato importanza. Era troppo impegnato ad autodistruggersi per punirsi della morte della sorella. Pensava di non meritare ciò che lei non avrebbe mai avuto modo di sperimentare. Era un modo come un altro per non dimenticare, per non illudersi che il tempo gli avrebbe concesso una grazia che egli stesso non voleva ottenere, dopotutto.
L’incontro con Ginevra, però, lo aveva messo sull’attenti. Pronto a scappare. E così aveva fatto in quella prima settimana di permanenza di lei a Perugia.
Non l’aveva cercata, pur sapendo dove alloggiava.
Il caso, tuttavia, l’aveva rimessa sulla propria strada senza che lui potesse farci niente.
E ora, sebbene avesse una voglia irrefrenabile di rivederla di lì a poche ore, si sentiva sopraffare dalla paura.
tratto da LA LOCANDA DELLE EMOZIONI DI CARTA
di Viviana Picchiarelli
a cura di Costanza Bondi
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