Il 18 settembre 2008 sono apparse sul sito della Baylor University le conclusioni di una delle indagini più vaste mai condotte sugli atteggiamente degli americani verso la religione. La ricerca è stata eseguita dai sociologi Byron Johnson, Christopher Bader, Rodney Stark e Carson Mencken, e pubblicata con il titolo “What Americans Really Believe”. In una conferenza stampa a New York gli autori hanno detto di aver lavorato su un campione di 1.648 adulti, scelti casualmente per tutti gli Stati Uniti e i sondaggi sono stati effettuati dal Baylor Institute for Studies of Religion (ISR) e condotti dal Gallup.
L’indagine si è soffermata anche sull’ateismo e ha avuto una certa diffusione, tanto che il The Washington Post ha pubblicato un articolo in merito, intitolato “Guarda chi è irrazionale ora”. Troviamo scritto: «Secondo atei di spicco, come Richard Dawkins, la tradizionale credenza religiosa è “pericolosamente irrazionale”. Da Hollywood alle accademie, i non credenti sono convinti che il declino della credenza religiosa tradizionale potrebbe portare un popolo intelligente, più scientificamente preparato e anche più civilizzato. La realtà è che questa campagna dei “New Atheist”, che vuole scoraggiare la religione, non creerà un gruppo di intelligenti, scettici e pensatori illuminati. Niente di più falso: in realtà potrebbe incoraggiare nuovi livelli di superstizione di massa. E non è una conclusione di fede, ma è quello che i dati empirici ci dicono. Un nuovo approfondito studio dimostra infatti che la religione cristiana tradizionale diminuisce di molto la credulità generale, dai lettori dei tarocchi all’astrologia. Dimostra inoltre che gli irreligiosi e i membri delle denominazioni protestanti più liberali, lungi dall’essere resistenti alla superstizione, tendono ad essere molto più propensi a credere nel paranormale e alla pseudoscienza».
Ma vediamo quali sono i punti fondamentali raggiunti:
1) Fra gli obiettivi non c’era quello di conteggiare il numero di credenti o atei. C’è solo un accenno di statistica per delineare quanti credano nel paradiso o nell’inferno. Nel 2005, il 67% degli americani si è detta “assolutamente certa” dell’esistenza del paradiso, mentre il 17% pensa che “probabilmente” non esiste (cfr. cap. 8, “Heaven: We Are All Going“). Fra questi, il 46% è almeno “abbastanza certa” di andare in paradiso, mentre il 29% ritiene che agli “irreligiosi” vi sarà impedito. Il 73% crede assolutamente nell’inferno o che almeno probabilmente esiste (compresi il 79% dei cattolici).
2) Nel corso degli ultimi 63 anni la percentuale di atei non è affatto cambiata. Non solo l’ateismo non cresce negli Stati Uniti, ma anche la maggioranza degli europei non è atea (cfr. cap. 14, “L’ateismo: La rivoluzione pagana mai avvenuta“). Si citano, per esempio, gli stati con più abitanti. In Russia il 96% della popolazione crede in Dio, mentre un recente sondaggio ha mostrato che in Cina gli atei sono surclassati dai credenti in Dio, così come l’India.
3) I ricercatori hanno trovato che l’11% del campione nazionale, riferisce di non avere “nessuna religione“. Tuttavia, solo un terzo di questo gruppo sono atei che rifiutano “ogni cosa al di là del mondo fisico”, mentre i restanti due terzi hanno espresso qualche credenza in Dio e in molti non sono “irreligiosi”, ma semplicemente “non credenti” (cfr. cap. 17, “L’irreligioso: semplicemente non credente, no ateo“). Approfondendo la religiosità reale di coloro che dichiarano di non avere alcuna religione, l’indagine della Baylor University ha rilevato che la maggioranza degli irreligiosi americani, afferma di “pregare” (e il 32% di “farlo spesso”), circa un terzo di essi professa la fede in Satana, nell’inferno, nei demoni e circa la metà di essi crede negli angeli e nei fantasmi.
4) Questo è sicuramente il punto più interessante. L’indagine ha rilevato che la religione cristiana diminuisce notevolmente la credulità, misurata in termini di convinzioni in cose come sogni, Bigfoot, UFO, case infestate, comunicazione con i morti e l’astrologia (cfr. cap. 15, “Credulità: chi crede nel Bigfoot?“). Eppure -notano i ricercatori-, resta diffusa l’opinione che le persone religiose siano particolarmente credulone. Tuttavia i conservatori religiosi americani sono molto meno propensi a credere nell’occulto e nel paranormale degli altri americani, mentre coloro che si auto-identificano come teologoci liberali e coloro che si dicono “irreligiosi” hanno molta più probabilità di essere creduloni. I ricercatori hanno concluso che questo dimostra come non sia la religione in generale a sopprimere tali credenze, ma solo la religione cristiana conservatrice. Confermate quindi le parole di G.K. Chesterton: «Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto».