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La verità di una notizia che permanga inindagata nella propria pretesa di verità, riposerà dunque, sempre e comunque nel semplice, spietato, anonimo ASSENSO, di tutti quelli che accettano che le cose stiano a quel modo, punto e basta. Guardarsi negli occhi, per fingere di sentirsi normali, è inoltre ormai diventato uno sport che va per la maggiore a livello mondiale. Di fronte ad ogni minima, continua e progressiva, aberrante modificazione esterna dell’ambiente sociale e umano nel quale viviamo, la maggior parte delle persone esibisce reazioni di seconda o terza mano, prese volontariamente o ingenuamente a prestito dalle reazioni che ha visto avere ad altre persone. Vicini, parenti, amici, o sconosciuti per strada. “Se gli altri confermano che è tutto normale, vuol dire che tutto va bene..” E il mondo prosegue verso derive per le quali nessuno di questi signori accetta PERSONALMENTE una briciola di responsabilità. La mentalità è sempre un questa, figlia come come molte altre della vita per la quale la ricerca della approvazione è più rassicurante della ricerca del vero. Si può fuggire il peso di un’intelligenza vivace, di una coscienza critica e morale? Sì può fuggire al fardello e all’ineffabile gioia di essere se stessi? Certamente che si può….Niente di più facile. Basta seguire le correnti, ogni volta che una scelta teoretica o pratica incombe. Quello che non si può evitare, però, è l’impatto strettamente e comunque PERSONALE,delle conseguenze di queste scelte. Anche a me piacerebbe sopra ogni cosa, potermi riconoscere e rispecchiare nel primo passante che incontro per strada. E’ qualcosa di prezioso, bellissimo, e integralmente UMANO. Ma non è così semplice, trovare uno specchio efficace, realizzare che sei rispecchiato nel mondo, tu e tutto quello per cui ti alzi la mattina e cominci a lottare. Di sicuro, è più facile specchiarsi nel mondo là fuori, per tutti quelli che vivono di alibi e consenso. Il loro reciproco patto silente, li mette in una condizione psicologica di maggiore sicurezza, rispetto alle persone autentiche, che pagano lo scotto dei neuroni che accendono, spesso a colpi del più spietato ostracismo. Del resto, siamo nell’epoca, tra le altre aberrazioni, del : “Eh, ma a te non va bene nulla!!!!” , e del “Tanto il mondo non si cambia!”. Di fronte a uno spettacolo sconfortante e tragico di questo genere, ovvio che a prosperare ( se così si può dire ) sono non certo i più forti, i più integri, i più morali. Bensì, quelli che riescono sempre e comunque ad adattarsi ad ogni modifica in peggio dell’ambiente nel quale vivono. Quelli che si voltano sempre dall’altra parte e fanno finta di non notare. Salvo poi scagliarsi con impeto contro quei pochi che ancora sanno distinguere bene da male, e che non vogliono sprofondare la propria integrità e moralità in una uniforme, grigia “zuppa”senza sapore. Anche perché, e qui chiudo, il consenso è la cosa più facile a questo mondo da manipolare. Là dove tutti si sentono uguali, c’è sempre qualcuno “più uguale degli altri” che muove i fili a tutti i burattini.
Per fortuna, la ricerca personale della verità, quale che ne sia l’oggetto, può venire imbrigliata, deviata, repressa. Ma mai troppo a lungo, e mai oltre una certa intensità. Per concludere: la ricerca del consenso è una dipendenza, una sorta di droga. Quando una persona abdica alla sua voce interiore, quando decide di non ricercare le inconfondibili risonanze del “vero” dentro di sé, la sua dipendenza da fonti di “approvvigionamento” esterne assorbite a-criticamente cresce, cresce e continua a crescere sempre più. E’ facile riconoscerle, se solo si ha l’occasione di scambiare con loro due parole, le persone nutrite di “verità per sentito dire”. Pronte ad angosciarsi per ogni elemento perturbante introdotto nella conversazione, sono le persone che “sanno” tutto di tutto, unicamente perché si limitano da sempre ad attingere da una qualche fonte esterna, dalla quale attingono molti e molti altri. E perché assumono quale continua conferma del fatto che “E’ così che “si” pensa, “si” dice e “si” fa, nella vita”,i sorrisi di approvazione da parte di altri inautentici che, pari loro, vivono stritolati nella morsa della PAURA DI ESISTERE IN SENSO AUTENTICO(ovvero PERSONALE). Resto della convinzione, pertanto, che “Meglio 10 errori commessi usando la propria testa, che uno solo compiuto usando quella di altri”. Un abbraccio controcorrente David The Hurricane Di Bella
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