Richie Havens resterà per sempre nella storia della musica per aver aperto alle 17:07 di venerdì 15 agosto 1969 il Festival di Woodstock con il brano High flyin’ bird, proseguito con cover dei Beatles e, dopo i bis richiesti dal numeroso pubblico, improvvisando nel finale della sua esibizione sulle note di un vecchio spiritual, Sometimes I Feel Like a Motherless Child, quello che è rimasto uno dei suoi manifesti, Freedom. Havens, nato a Brooklin, primo di nove figli, aveva avuto un’infanzia e una adolescenza molto difficile, ma fu la musica a salvarlo, dando vita ben presto a dei gruppi nel suo quartiere ispirati al Doo-wop. L’epoca beat fece il resto nella scena folk del Greenwich Village e Woodstock fu la sua consacrazione. Autore di pochi brani, ma interprete pregevolissimo e originale di canzoni di Dylan e dei Beatles, Richie Havens collaborò negli anni ’80 con il nostro Pino Daniele registrando l’album Common Ground, di cui ricordiamo volentieri il duetto con il cantautore napoletano Gay Cavalier. Lo stile inconfondibile, vigoroso, frenetico e molto ritmico della sua chitarra fece dire a John Lennon, in una storica intervista, queste parole: «I think there’s a guy called Ritchie Valens, no, Richie Havens. Does he play very strange guitar? He’s a black guy that was in a concert and sang ”Strawberry Fields” or something. He plays, like, one chord all the time. He plays a pretty funky guitar. But he does’t seem to be able to play in the real terms at all. I’m like that»[1]. Richie Havens è scomparso ieri improvvisamente, il suo cuore ha battuto troppo forte e si è fermato, ma il ritmo della sua musica resta come un’eco, una risonanza che ci accompagnerà ancora per chissà quanto tempo.
© Marco Vignolo Gargini
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