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“Ricordami che sono felice” di Daniela Volonté

Da Vivianap @vpicchiarelli

www.inmondadori.itUna storia narrata a due voci, quella di Isabelle e di Luca. Isabelle ha sedici anni quando il mondo, come lo ha conosciuto fino ad allora, le crolla addosso: i suoi genitori vengono uccisi. Anche lei sarebbe dovuta morire, invece è viva. Il suo unico obiettivo diventa incastrare il mandante di quel crimine. Per questo sacrifica molto, parte della sua vita e anche l’amore. Tutto cambia prospettiva quando si imbatte in Luca, che come lei ha uno scopo: diventare un commissario di Polizia.
Quando si incontrano, i loro sogni invece si scontrano. Nessuno dei due è disposto a cedere per amore dell’altro. Alla fine entrambi pagheranno a caro prezzo le scelte fatte: non si potranno incontrare o sentire per due lunghi anni. Durante questo periodo qualcosa continuerà a tenerli uniti nonostante tutto. Un segreto solo loro: un matrimonio.
Riusciranno a ritrovarsi e ricordare cosa sia la felicità, oppure il destino li porterà verso una separazione definitiva?

L’immagine del fiore sullo sfondo nero della copertina sembrava preparare il lettore a una storia non esattamente distesa e rilassata. E così è stato.
La narrazione procede incalzante, il ritmo è sincopato, i dialoghi serrati.
Il lettore è trascinanto nel vortice delle scene e delle circostanze, spostando costantemente l’occhio da una visuale all’altra: quella della protagonista che si alterna a quella del suo compagno, protagonista pure lui.

Luca interviene, in prima persona. Al suo punto di vista si sostituisce, subito dopo, quello Isabelle che rievoca, anche lei direttamente, gli stessi momenti descritti dall’uomo, giustificandone le mosse e le scelte.
Tutto il racconto è strutturato per procedere con l’alternanza parallela dei due flussi narrativi.
L’autrice non lascia stagnare l’azione ma la propone dinamica e scattante, alimentando l’apprensione del lettore. Lo stile narrativo è asciutto e pulito. Forse, però, tutto questo va a discapito della storia, che sembra perdersi nella costruzione formale della medesima.


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