Ricordami per sempre, fotografie di Marco Signorini, testi di Giulio Mozzi. Museo Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI): 23 ottobre 2011 – 18 marzo 2012
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di Francesco Sasso
Quando si parla di museo si corre il duplice rischio, contrapposto, di pensare ad un luogo in cui sono raccolte creazioni artistiche consacrate dalla critica, dall’altro ad uno spazio espositivo in cui sono conservati reperti archeologici. Di fatto, il museo è anche luogo per eccellenza dove esporre gli esiti espressivi di un dato periodo preso in esame. È quindi con interesse che ai primi di dicembre ho visitato il Museo Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (MI). Qui mi sono imbattuto nella mostra dedicata ai fotoromanzi. Come recita la locandina:
«Il progetto prevede la realizzazione e la distribuzione del fotoromanzo e due mostre:
Ricordami per sempre
a cura di Matteo Balduzzi
Fotografie di Marco Signorini, testi di Giulio Mozzi,
Interviste di approfondimento sui temi REIL di Guido Bertolotti
Backstage fotografico di Michela Pandolfi
Video documentario di Alessandra Sciaresa
Scene da fotoromanzo
a cura di Silvana Turzio
Panoramica sul mondo del fotoromanzo dagli anni ’50 ad oggi
Museo di Fotografia Contemporanea
23 ottobre 2011 – 18 marzo 2012»
Al primo piano trovate una esigua raccolta di copertine e pagine di fotoromanzi italiani e stranieri, mentre al secondo piano vi imbattete in una carrellata di scatti fotografici tratti dal fotoromanzo Ricordami per sempre (fotografie di Marco Signorini, testi di Giulio Mozzi).
In verità, gli scatti tratti da Ricordami per sempre sono “illeggibili”, le foto esposte risultano invisibili pur nel loro esibirsi. Non resta, dunque, che spostarsi e cercare il punto in cui può trovarsi il luogo della comprensione, una sorta di anamorfosi periferica. Infatti a terra rinvenite pile e pile del “fotoromanzo del nord di Milano” realizzato fra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, e distribuito gratuitamente in tutte le edicole del posto. Afferro una copia e leggo il fotoromanzo su un sofà al centro della sala espositiva.
Il pretesto narrativo è la ricerca di un amore mai dimenticato. Il protagonista si chiama Lorenzo, 55 anni, vedovo, per un breve periodo operaio alla Falck di Sesto San Giovanni. «Vi ritorna oggi, dopo oltre 30 anni, per inseguire un sogno: ritrovare Tamara, che ha conosciuto da ragazzo e che compariva di tanto in tanto nei fotoromanzi della Universo», storica società con sede sempre a Cinisello Balsamo e che produceva, tra l’altro, Grand Hotel.
Comincia così la ricerca del protagonista fra le strade, i negozi e i volti ormai svaniti “per sempre”: i figli degli operai del sud sono ora professionisti e impiegati, le case costruite per gli operai della Falk sono ora abitate da nuovi immigrati provenienti da altre nazioni, gli stabilimenti industriali sono stati convertiti in università o in grandi centri commerciali, la sede dell’editore Universo è ora un campo pieno di erbacce e rifiuti. Insomma, il pretesto narrativo si colora di nostalgia e di denuncia sociale. La vicenda narrata ha uno svolgimento e un epilogo che chiaramente non svelo.
Con Ricordami per sempre siamo dunque portati nel punto in cui l’incrociarsi di due sentimenti, una storia d’amore da fotoromanzo anni ’50 e la nostalgia per un mondo perduto, intreccia la sua necessità, quella della differenza. Il diversamente diventa allora il vero tema di Ricordami per sempre.
f.s.
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