Quando ero in Portogallo ho vissuto gli ultimi dieci giorni in compagnia di quattro fantastici amici, fra cui uno sciamano di Timor, la cui compagnia è stata preziosa quanto gustosa.
Fra le pietanze che abbiamo cucinato insieme, la mia preferita era un piatto semplicissimo, fatto con riso, patate e il Couvo Galega, una varietà di cavolo che si trova prevalentemente in Portogallo e che cresce in altezza quasi oltre i due metri.
Insieme io e lo sciamano andavamo nel suo bellissimo orto ombreggiato a staccare un po’ di foglie di questo cavolo così strano, e poi lo cuocevamo per una cena saporosa, a chilometro zerissimo e super sana. Ci scappavano anche qualche fogliolina di prezzemolo (da non confondere con la cicuta, abbondante anche quella in tanti orti), alchechengi e fragoline da mangiare come caramelle dolcissime.
Erano momenti molto belli, quelli trascorsi nell’orto, in cui le mani affondavano nella terra a tastare radici e a trapiantare piantine in spazi più ampi, e i profumi erano accentuati dal vento fresco di quell’estate piuttosto calda.
Così, prima di tornare a Milano, in un sacchettino minuscolo ho raccolto i semi piccoli e neri del Couvo Galega, e appena ho potuto li ho seminati per vederli presto crescere alti e rigogliosi.
Dopo tre mesi in cui i miei ricordi vivi e verdi crescevano, ho provato a cucinare la stessa ricetta di allora, certa che avrei pianto al primo boccone, carica di malinconia.
Navigando nella memoria ho ripetuto i gesti del mio amico sciamano: ho staccato alcune foglie dalla parte bassa di alcune piante, le ho tagliate a striscine e le ho cotte insieme a un soffritto di aglio e cipolla, patate a tocchetti e acqua salata. A parte, e poi mischiato insieme, del semplice riso bollito.
Inutile dire che laggiù tutto sembrava migliore (la gente, i sapori, i profumi), ma oggi avevo il magone mentre ripensavo a quei giorni così pacifici e sereni e pieni di sapori diversi e nuovi, e quando è stato il momento di gustare il piatto preparato, ho sentito il cuore traboccare di saudade. Inoltre era molto buono, ma molto!
Ho scoperto poi che il Couvo Galega è usato per la tipica zuppa Caldo Verde che si serve in tutti i ristoranti e nelle case portoghesi, e così presto proverò anche quella ricetta.
Anche voi avete nel vostro archivio della nostalgia un qualche piatto che amate cucinare proprio perché vi accende splendidi ricordi dei vostri viaggi? Spero di sì.