Da qualche tempo in diversi articoli è riemerso il discorso sulle riletture di vecchi libri che, ai tempi che furono, giudicavamo eccelsi e irraggiungibili.
Va da sé che l'effetto nostalgia è sempre uno splendido specchio deformante per quel che concerne i nostri giudizi. Un ricordo caro, magari legato a tutto un insieme di fattori (e non solo al valore intrinseco di un libro), tenderà a esaltare tutti quei particolari titoli che, se li scoprissimo oggi, degneremmo appena di una veloce passata.
Un esempio, per quel che mi riguarda, è quello dei Dylan Dog. A questa collana di fumetti fanno da corollario un sacco di ricordi molto forti: amici, vacanze, viaggi, i primi acquisti sudati, fatti con le mancette dei nonni. Tutti dettagli che ne amplificano a dismisura il valore. Ma se lo rileggessi oggi? Di certo ne troverei più pregi che difetti.
Con l'articolo di oggi voglio dunque fare un esperimento di questo tipo. Tralasciando la letteratura più “alta” ed elevata, analizzerò quei titoli della narrativa di genere che mi hanno introdotto a tutta una serie di mondi che ancora oggi, a 35 anni suonati, reputo affascinanti e fondamentali per il mio equilibrio psicologico.
Ho preso in considerazione un solo titolo per ciascuno dei seguenti generi: horror, fantasy, fantascienza. Non amo molto le rigide suddivisioni in generi così circoscritti, ma mi serve per schematizzare l'esperimento. La scelta del titolo è fatta per associazione di idee: cito quei romanzi che, ancora oggi, considero i veri e propri innesti, i “cartelli segnaletici” che a suo tempo mi fecero capire di dover esplorare quei determinati argomenti.
Ovviamente siete liberi di contribuire con le vostre risposte, se ne avete voglia.
Horror
Titolo: Dracula (Bram Stoker)
Anno: 1985 (circa)
Acquistato: in una bancarella dei libri usati, a Rimini.
Probabilmente lessi Dracula a un'età – 9/10 anni – in cui potevo comprendere meno della metà dei risvolti sociali, sessuali e storici a cui Bram Stoker fa riferimento. Per me, a quei tempi, era solo una bella storia di vampiri, che riprendeva le atmosfere dei film della Hammer, che in quell'estate la Rai trasmetteva alle due del pomeriggio (come è cambiato il mondo, eh?)
Ho dei ricordi nitidissimi del mio primo Dracula: lo lessi in spiaggia, nella bolgia di Rimini, la stessa città in cui l'avevo comprato a sprezzo ultrastracciato (forse duemila lire). Era l'edizione con Klaus Kinski e Isabelle Adjani in copertina, una foto tratta dal remake di Nosferatu. A pensarci bene fu un miracolo che i miei me lo lasciarono leggere. Ma forse per loro Dracula era un personaggio innocuo, quello delle parodie di Gianni e Pinotto, o della canzone di Bruno Martino.
Col senno di poi: Il romanzo di Stoker non lo rileggo da almeno dieci anni, ma rimane un caposaldo del genere horror. Forse è, almeno a livello stilistico, un po' sopravvalutato, ma di certo il mio voto aggiornato a oggi sarebbe comunque positivo.
Menzioni d'onore: Dopo Dracula arrivò Stephen King, con tutta la sua carica moderna e visionaria. I primi libri li divorai uno dopo l'altro. Quelli a cui sono più legato sono senz'altro Le notti di Salem e It, i primi che lessi.
Fantasy
Titolo: La spada di Shannara (Terry Brooks)
Anno: 1986
Acquistato: al reparto libri della Città Mercato.
Lo ammetto: sono uno di coloro che ha macinato prima Terry Brooks e poi Tolkien. Accorgendosi col tempo che il primo era, ehm, molto ispirato al secondo. Per qualche sorta di strana bizzarria mnemonica ricordo perfettamente il momento in cui vidi La spada di Shannara sullo scaffale della Città Mercato di Rho. Mi colpi la copertina, molto colorata e al contempo artistica, ma l'acquisto lo decisi dopo aver addocchiato la mappa all'interno, che poi con gli anni avrei imparato a conoscere a memoria.
Avevo conosciuto da poco i Librogame, scoprendo così di andare particolarmente d'accordo con draghi, spade, maghi etc etc. In fondo il libro di Brooks mi sembrava una specie di Librogame dalla “volumetria” importante, perciò convinsi mia madre a comprarmelo.
Ricordo che mi piacque tantissimo, tanto che l'acquisto degli altri volumi della saga di Shannara diventò per me una piacevole consuetudine negli anni a venire.
Col senno di poi: Ok, La spada di Shannara è probabilmente un mezzo plagio de Il signore degli Anelli. Tuttavia è un romanzo divertente, con non pochi spunti di originalità che Brooks avrebbe poi sviluppato nei libri seguenti. E se lo rileggessi ora? Oddio, non credo che la mia valutazione andrebbe oltre il 6 d'ufficio. Metteteci il mio progressivo disamore per il fantasy, più una crescente antipatia verso il filone tolkeniano, e scoprirete che Brooks è da tempo uscito dalla lista dei miei autori preferiti. Però i suoi primi romanzi erano godibili, e forse lo sono ancora...
Menzioni d'onore: Prima de La spada di Shannara c'erano i Librogame, di cui vi ho già detto. Subito dopo arrivarono i Conan di Howard, e i titoli proposti dalla Fantacollana Nord. A quei tempi era molto difficile trovare dei romanzi fantasy, ma la proporzione qualità-quantità andava sicuramente a favore del lettore.
Fantascienza
Titolo: Abissi d'acciaio (Isaac Asimov)
Anno: 1987
Acquistato: In una piccola libreria
La fantascienza fu l'ultimo genere della... narrativa di genere (scusate il gioco di parole) a conquistare la mia curiosità da giovane lettore. A quei tempi fantascienza voleva dire Isaac Asimov. I suoi romanzi in versione Oscar Mondadori spuntavano ovunque come funghi: nei supermercati, nelle bancarelle dell'usato, in librerie di qualunque stampo, perfino quelle cattoliche.
Se ci penso bene, probabilmente il mio incontro con le astronavi spaziali, i robot e tutto il resto avvenne qualche mese prima, grazie ai tanti Urania comprati per pochi spiccioli ai mercatini delle pulci, in vacanza. Tuttavia non ricordo un titolo specifico. Forse perché erano libercoli molto sottili (Urania tagliava già allora?), o magari non erano così belli da lasciare un'impronta nella memoria.
Abissi d'acciaio invece aveva un suo perché, con una storia solida, parecchio tinta di giallo, e comunque ben scritta. Ricordo che lo comprai in autunno, e lo lessi tutto d'un fiato. Per continuare la storia con Il sole nudo dovetti invece aspettare l'estate, perché nel mentre avevo in lista già altri libri da acquistare, e le mancette dei nonni non permettevano spese folli.
Col senno di poi: Non credo che lo rileggerei. Nulla da togliere a zio Isaac, ma temo che proprio non riuscirei a digerire i suoi libri del ciclo dei Robot. A questo punto preferire forse rispolverare il ciclo della Fondazione, che ricordo molto meno, pur avendolo letto più tardi.
Menzioni d'onore: Come già detto, prima di Asimov avevo già divorato diversi Urania. Non ricordo i titoli, ma senz'altro tra di essi c'era The fog, di James Herbert, e probabilmente anche L'ultima odissea, di Roger Zelazny, da cui hanno tratto anche un film. The fog l'ho riletto pochi anni fa, trovandolo ancora piuttosto valido, mentre il romanzo di Zelazny preferisco lasciarlo nei cassetti della memoria.