San Paolo non mi piacque, nemmeno un pò.
Sporca, grigia a causa del maltempo, dolorosa date le scarpe ingestibili che avevo deciso di portare con me. Proprio per questo - e per il mio smodato bisogno di dire sempre quello che penso -, non appena ebbi modo di parlare con un amico brasiliano, alla domanda "ti piace la città?", la mia risposta fu "mah.. a dirti il vero.. no".
Mi guardò un secondo, si mise a ridere e mi disse "San Paolo non è come Rio. E una città da capire, qualcosa che entra lentamente. Ma una volta nella tua anima, non te la scordi più".
Ero molto scettica, non lo nascondo ora e non lo nascosi nemmeno in quel momento.
"Fidati, lo sento: tornerai, lo so. Riuscirò a mostrartela e cambierai idea. è così: non può essere altrimenti".
Ed ecco che, in una ventosa nottata di giugno, quelle parole mi ritornano in mente. Riscaldano la pelle, illuminano il volto: anche la notte, quando tutti dormono e quando il mondo si arresta (almeno per qualche istante), ecco che arriva la consapevolezza che c'è sempre qualcosa, dietro l'angolo. Qualcosa che ci sta aspettando.
Con la stessa pazienza che, talvolta, dovremmo imparare noi stessi a portare.






