Ne hanno discusso eminenti ricercatori a Ragusa Ibla
di Giuseppe Nativo. Nei giorni scorsi, dal 13 al 17 luglio, Ragusa Ibla, cuore del barocco ragusano, ha ospitato un evento internazionale di importante rilevanza scientifica.
Cinque i giorni in cui un gruppo selezionato di studiosi eminenti nel panorama scientifico internazionale, esperti di studi linguistici, biologici, antropologici e statistico-matematici, si è incontrato per discutere sui più recenti avanzamenti nella ricostruzione di filogenie linguistiche e umane.
L’incontro è stato concepito, e concretamente realizzato, nell’ambito del progetto di ricerca internazionale LanGeLin (acronimo di Language and Gene Lineages), coordinato e presieduto dal professor Giuseppe Longobardi dell’Università di York. Alla dottoressa Cristina Guardiano (Università di Modena e Reggio Emilia), membro del gruppo di studiosi impegnati nelle attività di ricerca del progetto, è stata affidata la programmazione e l’organizzazione dell’iniziativa.
Il progetto LanGeLin, finanziato per una durata di cinque anni dallo European Research Council e ufficialmente inaugurato a dicembre dello scorso anno, prevede l’interazione interdisciplinare di linguisti storici (che fanno capo all’unità di ricerca coordinata dall’Università di York) e di biologi (specializzati in genetica) e studiosi di antropologia delle popolazioni (che fanno capo a due ulteriori unità di ricerca, una a Ferrara, l’altra a Bologna) che, lavorando in sinergica collaborazione, e utilizzando appropriati strumenti teorici, metodologici e tecnologici messi a disposizione dalle loro discipline, danno il loro apporto per dare una risposta ad una sfida lanciata da Darwin nella “Origine delle Specie”. E cioè rispondere all’annoso quesito: è possibile ricostruire un albero genealogico globale delle lingue e delle popolazioni umane?
In particolare, l’obiettivo del simposio tenutosi a Ragusa, che si è configurato come la prima iniziativa scientifica “aperta” organizzata nell’ambito del progetto, è stato quello di individuare terreni di interazione e combinazione delle precisate competenze scientifiche allo scopo di sviluppare e condividere strumenti, teorie e metodi avanzati per la costruzione delle filogenie. In buona sostanza, cercare di ricostruire le complesse relazioni storiche che intrecciano lingue e popolazioni umane.
Quello tenutosi a Ragusa è stato, dunque, un evento unico sia per i suoi espliciti obiettivi, sia per gli eccellenti contenuti, sia per la peculiarità dei luoghi che hanno ospitato l’evento.
Il simposio, che ha avuto un carattere estremamente specialistico, è stato preceduto da un’iniziativa di natura più divulgativa, la conferenza “Storie di Geni e di Lingue”, che si è tenuta all’Auditorium Santa Teresa nella prima serata di incontri e ha visto la partecipazione, come relatori, dei professori Francesco Cavalli Sforza (San Raffaele, Milano), Giuseppe Longobardi (York), Donata Luiselli (Bologna), Davide Pettener (Bologna). Questo incontro ha avuto come obiettivo quello di permettere anche ad una vasta platea di pubblico di ascoltare dalla voce diretta degli “addetti ai lavori” quale sia lo stato dell’arte nelle discipline biologiche e linguistiche rispetto alla ricostruzione dei percorsi storici dell’umanità. Per la prima volta il capoluogo ibleo si è trovato ad ospitare un evento culturale su questi temi (e per la prima volta i quattro relatori hanno visitato la città). La serata è stata contraddistinta dalla presenza di un folto ed attento pubblico che ha partecipato ai lavori mostrando particolare interesse alle tematiche oggetto di disquisizione.
La realizzazione di entrambi gli eventi è stata possibile prima di tutto grazie al citato progetto LanGeLin, ed inoltre grazie al sostegno e alla partecipazione di vari enti e istituzioni: le Università di York e di Modena e Reggio Emilia, la Banca Agricola Popolare di Ragusa, il Centro Studi Feliciano Rossitto, il Comune di Ragusa, il Consorzio Universitario di Ragusa, il Circolo Nuovo di Ragusa.
Grande soddisfazione è stata espressa da Giorgio Chessari (presidente del Centro Studi “Feliciano Rossitto” di Ragusa) che ha posto l’accento sulla rilevanza scientifica dei temi trattati e corredati da una discussione stimolante. “E’ stata un’esperienza particolare ed interessante sia da un punto di vista culturale che scientifico. Un evento che – aggiunge Chessari – pone un valido punto di partenza per ulteriori approfondimenti a tematiche che rientrano nell’ambito della programmazione divulgativa da qualche anno intrapresa dalla sezione scientifica del Centro Studi Rossitto”.
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