E’ sempre lui (per fortuna)
Del furyano di Furya (e gli aficionados della sci-fi sanno che il cavallo omonimo non c’entra un accidente) si potrebbe scrivere per ore. Riddick e’ un personaggio efficacissimo sin dalla sua prima apparizione, nel 2000, con quel filmone che e’ “Pitch black”. Riddick ritorna nel 2004 con “Chronicles of Riddick” e si ripresenta oggi per la terza volta col seguito che, in un tripudio di fantasia, hanno chiamato semplicemente “Riddick”. Il fatto forse non e’ nemmeno troppo casuale, essendo il suddetto “Riddick” nient’altro che un remix del primo “Pitch black”. Al secondo episodio si allude in maniera marginale. I “Necromonger” che tanto mi erano piaciuti in “Chronicles of Riddick” qui si vedono appena. Poco male perche’ in compenso c’e’ un enorme Dave Bautista con le treccine, c’e’ la biondina di “Battlestar Galactica” con le tette incredibilmente piu’ grosse, e c’e', naturalmente, Vin Diesel con gli occhialini da saldatore. Per non farci mancare niente ci abbiamo messo anche un pastore tedesco spaziale e una versione riveduta e corretta dei mostri del primo film. E, come dicevo sopra, proprio al primo “Pitch black” il film assomiglia in modo, a tratti, imbarazzante. Vin abbandonato sul pianeta sperduto, braccato dai cacciatori di taglie, i mostri che accerchiano la base e la caccia alle batterie per far ripartire l’astronave. Tutto gia’ raccontato. Tuttavia il prodotto fa quello che deve fare: diverte, affascina ed intrattiene. Sicuramente non spicca per originalita’, ma come dire: cavallo che vince non si cambia…e, onestamente, il senso di deja-vu dopo 14 anni non infastidisce poi tanto. Un po come tornare al mare finito l’inverno…tutto gia’ visto, ma il posto merita e il sole scalda.