Se non è il film migliore che abbia visto, poco ci manca.
Ho trovato quest'immagine illuminante su un blog che però fornisce di "Old boy" un'interpretazione diversa da quella che mi accingo a proporre, un'interpretazione che si prende la briga di ripescare concetti che albergano anche nella mia testolina da qualche parte, tipo quello del doppio, un'interpretazione psicoanalitica insomma, che inevitabilmente mi riporta ad Orly (NDR il compianto prof. Francesco Orlando). Eppure a me non è balenato in mente che Oh Dae-su potesse essere la memoria-il mostro di Lee Woo-jin, tenuta da quest'ultimo sottochiave per quindici anni. Il fascino della critica, letteraria o cinematografica che sia, psicoanalitica non ha più presa su di me. Trovo quasi seccante dover stare a cercare ragioni sottese alle trame a tutti i costi.
Questa foto per me accosta due momenti assolutamente speculari.
Dae-su è un egoista (del resto, poraccio, si è misurato per un pezzo solo con se stesso) che non a caso si è sempre chiesto CHI e non abbastanza PERCHÉ; che approfitta del primo uomo che incontra sul suo cammino dopo quindici anni per raccontare di sé. Avrebbe forse potuto salvarlo dalla morte fermandosi ad ascoltare la sua storia? Non ci è dato saperlo, a Dae-su interessa soltanto cercare il suo colpevole, la sua vendetta. Solo alla fine capisce di essere egli stesso il colpevole di un'altra storia, in un'altra vendetta, e ha perlomeno la compiacenza di prostrarsi ai piedi dell'offeso - ma solo dopo aver sperimentato sulla propria pelle il dolore che già è stato dell'altro, che altrimenti non avrebbe colto.
Dae-su aveva dimenticato una storia non sua.
L'immagine in basso, invece, ritrae Soo-ah nell'atto di "lasciarsi uccidere", Woo-jin in quello di permettere che la sua bella precipiti.
Sì che Dae-su e Woo-jin sono uguali in qualche maniera. Ce lo fa notare, casomai non ce ne fossimo accorti, persino un fotogramma in cui i loro volti si sovrappongono. Ma per me non è una questione di doppio buono/cattivo. Sono uguali nella misura in cui vivono lo stesso dramma. Dae-su è sì creatura di Woo-jin che se l'è coccolato pregustando il momento finale in cui sarebbero stati davvero identici. Woo-jin ha a sua volta lasciato che qualcuno morisse con la differenza che a muoverlo è stata la paura, non il disinteresse per l'altro. È pur vero che non sappiamo come si sarebbe comportato davanti a un suicida mai visto prima. Verosimilmente non avrebbe agito in modo diverso dal suo antagonista: l'egoismo di Dae-su è l'egoismo dell'uomo. Rimando al titolo e chiudo.