«Gli operai della Geos non ce la fanno più a continuare a lavorare così». A denunciare la difficile condizione dei lavoratori della ditta che gestisce il servizio di raccolta rifiuti a Lauria è Salvatore Cosentino, componente del direttivo di Italia dei Valori e dipendente anch’egli della società in questione. «I miei colleghi non ce la fanno più a sostenere turni di lavoro molto lunghi e pesanti – spiega Cosentino – il personale non è sufficiente per svolgere le mansioni previste dal capitolato d’appalto, giacché è lo stesso di quando non si svolgeva il servizio di raccolta differenziata». Inoltre, prosegue Cosentino, «alcuni mezzi che vengono quotidianamente utilizzati non sono idonei perché non efficienti, mancano di manutenzione e non rispondono ai parametri di sicurezza». Il militante dipietrista ci tiene a sottolineare che «la stessa situazione, se non peggiore, si verifica a Nemoli, dove la stessa ditta gestisce il servizio e dove si pretende di garantire il servizio di raccolta differenziata esteso ormai su tutto il territorio comunale facendo affidamento soltanto su due unità».
Il capitolato d’appalto cui la ditta deve fare riferimento a Lauria, fa notare il consigliere comunale Donato Zaccagnino, prevede che «se il personale non è sufficiente ad espletare il servizio la ditta deve aumentare l’organico». Un capitolato dunque che «continua a non essere rispettato», sottolinea Zaccagnino, «nonostante le rassicurazioni arrivate durante il Consiglio comunale aperto del 17 maggio scorso, convocato dopo una serie di interpellanze del gruppo Idv-Lauria Libera». In particolare, Zaccagnino denuncia, tra l’altro, il mancato rispetto del calendario per lo svuotamento dei bidoni, la mancata pulizia e disinfestazione dei cassonetti, il mancato raggiungimento degli obiettivi della differenziata (45% dopo 4 mesi dall’affidamento del servizio, il 55% dopo 12 mesi), il mancato controllo del Comune sul rispetto del capitolato e la mancata applicazione delle sanzioni a carico della ditta, con un conseguente mancato introito per le casse comunali. «Numerose sono le segnalazioni dei cittadini che, obbligati al pagamento e all’odierno aumento della Tarsu, si vedono privati di un loro diritto», conclude Zaccagnino.