Magazine Cultura

Riflessioni causali sul leggere e lo scrivere (attività da compiere rigorosamente in quest'ordine)

Creato il 22 maggio 2013 da Lalettricerampante
C'è una domanda che mi viene rivolta ogni tanto quando dico che ho un blog letterario. Ed è "hai mai pensato di scrivere un libro?".
Riflessioni causali sul leggere e lo scrivere (attività da compiere rigorosamente in quest'ordine) E' una domanda che in parte mi fa sorridere, perché sì, certo che ci ho pensato... da giovane, quando scrivevo racconti strappalacrime sugli amori tormentati di liceali sfigate, sognavo addirittura di vincere il Nobel.  Una mia amica aveva anche raccolto questi scritti in una raccolta (con copertina pacchianissima, da far invidia a quelle di alcune case editrici di oggi).
Quindi credo sia abbastanza comune, tra gli amanti dei libri, sognare di scriverne uno proprio.
Dall'altra parte però questa domanda mi fa anche molto pensare. Perché esistono davvero tante, tantissime persone che credono che scrivere un libro sia una cosa semplice, che possono fare tutti. Certo, di solito la domanda mi viene posta solo dopo aver detto che leggo tantissimo, quindi tutto sommato ci potrebbe anche stare.
Però l'idea che uno si alza al mattino, si prende un caffè, si siede e scrive è ormai molto presente nella nostra società.
"Sai, ho pensato di scrivere un libro". "Appena ho un attimo di tempo scrivo un libro". "Se pubblicano Fabio Volo posso pubblicare anche me" (ok, su questa vi posso anche dare ragione).
Pensieri diffusi, questi, che fanno tornare in mente la frase pronunciata qualche anno fa da Roberto Benigni riguardo al fatto che "In Italia ci sono più scrittori che lettori". Un'esagerazione, quando è stata pronunciata, trasformatasi poi in una triste, tristissima realtà ora.
Perché davvero là fuori è pieno di persone che non leggono mai o che leggono poco, pochissimo, ma che credono di essere grandi, grandissimi scrittori. Incompresi, solitamente, da quelle cattivone delle case editrici che non riconoscono il loro indiscusso talento. 
Eppure, non mi sembra così difficile capire che se non si legge tanto (e bene, spaziando tra più generi, più stili) difficilmente si potrà anche scrivere bene. Se non si legge tanto non si riuscirà mai a dare fluidità al proprio discorso né a scrivere con una grammatica, un'ortografia, una sintassi corretta e coerente. Anche perché se no allora potremmo davvero scrivere tutti, visto che le basi di grammatica, di ortografia e di sintassi ci vengono insegnate alle elementari. Ma è con la lettura che le assimiliamo, che le miglioriamo, che le facciamo diventare parte di noi, così da essere in grado di utilizzarle, combinarle, giocarci, creando qualcosa di bello e originale.
Riflessioni causali sul leggere e lo scrivere (attività da compiere rigorosamente in quest'ordine) Ma, per quanto assurdo possa sembrare, è un concetto che molti non vogliono nemmeno ascoltare. "Ci sono gli editor che mi correggono la grammatica". "Le mie sono scelte stilistiche sperimentali". "Non ho tempo per leggere, devo scrivere libri io", "la mia trama è originale... assomiglia tanto a quella di X."
Non sto scherzando, succede davvero. Me ne sono accorta grazie al mio lavoretto come editor ma anche da certe proposte di lettura che ricevo qui sul blog. Opere in cui è palese che manchi qualcosa. Non è solo una questione di talento... perché a scrivere una trama originale magari non si può imparare, ma a scrivere correttamente in italiano sì.
In soccorso di questi autori arrivano le case editrici a pagamento: "le altre case editrici non capiscono il tuo talento? Tranquillo, noi lo capiamo se ci paghi". Sono scelte, sicuramente, e ognuno con i suoi soldi è libero di fare quello che vuole. Ma ammetto che io, se fossi in quella situazione, mi metterei semplicemente l'anima in pace e direi "ok, forse allora dovrei lasciar perdere". 
Una cosa che ho notato durante l'ultimo Salone del libro e che credo rientri in questa logica del "siamo tutti scrittori, checché ne dicano gli editori" (o i lettori che non sono parenti e che cercano educatamente di farvi capire che c'è qualcosa che non va) è stata l'incredibile quantità di scrittori che distribuivano ai passanti volantini dei loro libri, pubblicati tramite amazon o altri sistemi. Che, di nuovo, non c'è assolutamente nulla di male... ma non riesco a fare a meno di chiedermi se questa autopubblicazione sia avvenuta prima o dopo aver sottoposto il manoscritto al giudizio di una casa editrice. Ti autopubblichi per scelta o perché altri non hanno ritenuto la tua opera pubblicabile? In entrambi i casi: perché?
Un fenomeno sicuramente aiutato dall'avvento degli e-book: pubblicazioni a basso costo (sia di produzione sia di vendita) e per questo accessibili a tutti.
Certo, le case editrici hanno dei tempi di risposta lunghissimi, è inutile negarlo. Le big non pescano tra i manoscritti inviati ma si rivolgono ad agenzie (spesso a pagamento) o tramite scuole e corsi, per cui se il tuo sogno è pubblicare immediatamente con Mondadori o Einaudi, forse non sarà proprio semplice da realizzare, nemmeno se scrivi  benissimo (non semplice è diverso da impossibile). Ma non ci sono solo le big, ci sono anche case editrici più piccole, altrettanto competenti, che leggono tutto e che soprattutto investono su chi pubblicano...  E ovviamente non si vive con i soldi guadagnati da un libro. Credo che siano ancora pochi gli autori che possono permettersi di scrivere libri e basta, anche tra quelli pubblicati con le grandi case editrici.
Ok,  in realtà non so bene dove voglia andare a parare con questo post. Ma era un po' che mi girava in testa questa riflessione su come viene visto il mondo dei libri e della scrittura da molte, troppe persone, e come questo inevitabilmente penalizzi la nostra letteratura.
Per cui prima di avere un libro nel cassetto, assicuratevi di averne tanti sul comodino. E di leggerli.
(PS: ci tengo a precisare che non tutti quelli che si autopubblicano scrivono male o non sanno l'italiano. Così come può essere che a volte una casa editrice si sbagli e si lasci scappare un capolavoro o semplicemente che non lo pubblichi perché non rientra nelle sue solite pubblicazioni. Ma sono sicura che se uno è davvero bravo a scrivere, prima o poi il suo momento arriverà.)

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :