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Riflessioni di una book blogger imperfetta.

Creato il 16 febbraio 2014 da Anncleire @anncleire

Voglio approfittare di questa pausa pranzo domenicale per parlarvi di due avvenimenti che mi sono accaduti negli ultimi giorni, e rispondendo anche ad una domanda che mi è stata posta su fb in merito ad un libro che mi è arrivato venerdì.

Ma andiamo con ordine.

Come sapete bene, ormai, credo, ho il mio adorato blog da due anni, due anni frenetici e pieni di scoperte, di crescita e di avvenimenti che mi hanno dato molto e insegnato anche di più. Il web è un mondo gramo, pieno di informazioni, dove siamo bersagliati continuamente da gente che chiede qualcosa o vuole venderci qualche altra cosa. Siamo sommersi da pubblicità, inviti, blog, gente che si inventa qualcosa e la reclamizza senza pietà. Io non mi sono mai saputa promuovere, io sono sempre rimasta per le mie, con la convinzione di scrivere e proporre quello che mi piaceva, senza nessuna pretesa, accogliendo le opportunità che mi venivano elargite, ma senza andarmi a cercare nulla. Arrivare a 50 followers sul blog è stata una vera svolta, ci sono voluti circa otto mesi, ma del resto, non me ne è mai fregato niente dei numeri. Ho sempre preferito la QUALITA’ alla QUANTITA’… è un mio credo. Anche quando ho aperto la pagina fb lo scorso maggio, per un’intuizione fortuita, non mi sono impegnata a pubblicizzarla, non me ne è fregato una cippa. Ringrazio tantissimo @Sily85, @Chiandissa, @Kikkasole e gli altri miei followers e amici che si sono fatti sentire e hanno gettato nel mondo la voce che c’è anche questo modo per poter seguire il blog. Attivamente non ho mai fatto nulla, se non proporre recensioni che reputo complete, senza spoiler e frutto solo della MIA OPINIONE PERSONALE.

Tutto e dico tutto quello che ho tirato fuori dal blog, dai contatti con gli autori, le collaborazioni da William Morrow a InkSlinger, dai blogger che ho conosciuto all’amicizia forgiata con scrittrici e scrittori è nata per caso, con delle mail, dal mio lavoro sul blog. Lavoro a cui tengo immensamente e che penso mi ha sempre contraddistinto.

Non so se ci avete fatto caso, ma nelle mie recensioni non trovate quasi mai (a meno che non sia stato esplicitamente  richiesto) né la casa editrice, né il prezzo, né altre informazioni legate al formato o all’etichetta. Questa è una scelta, scelta ponderata da parte mia, che rientra nella mia etica, in quello che credo sia giusto per il blog. Quello che fornisco con la mia opinione di un libro non è pubblicità per chi lo produce, lo vende e lo distribuisce, no è il mio modo di farvi sapere cosa ho apprezzato o cosa no, i punti di forza e quelli di debolezza, un’analisi che dice e non dice, ma che indica cosa aspettarsi dal libro e quindi, in definitiva, farvi capire se la storia può essere adatta ai vostri gusti e alle vostre esigenze. Non ho bisogno di niente, grazie! Se mi capita di collaborare con qualche casa editrice, perché d’altronde non è questo a cui aspiro per fornirvi informazioni certe e sicure su date, trame e copertine?, non è mai perché sono andata a cercare qualcosa in cambio di qualcos’altro. Sbaglio? Non lo so, ma io sono così, con le mie convinzioni e i miei valori e non mi importa di lisciare la giacca a nessuno.

Sono convinta che da blogger sia importante aiutare gli scrittori emergenti a farsi conoscere e avete visto, spero, che non mi tiro mai indietro nella promozione anche di persone che non ho mai sentito prima. Anche quando mi si chiede di recensire un libro, cerco sempre di venire incontro a tutti. Certo sto iniziando ad essere selettiva, perché sennò ci muoio sotto, considerate che mi arrivano richieste sia da parte di stranieri che di scrittori italiani, e diventa pesante. Ma in genere non mi lascio frenare dalle parole “Auto pubblicazione” sono aperta a tutto, davvero, ci sono pochi limiti, solo il tempo, sempre più scarso. Ovvio che la mia opinione è frammentata, di parte, e legata a me e alla mia esperienza.

Questo mi porta al primo punto di questo post, su cui metto un punto oggi, dopo due settimane di strascichi, dovuti a me. Lo faccio ora, in questo modo, perché ne ho parlato, l’ho pubblicizzato, e qualcuno magari si sarà chiesto che fine ha fatto e per trasparenza. Sto parlando del “Giusti Read Along”.

 

Riflessioni di una book blogger imperfetta.

 

Non farò un recap finale dell’esperienza, non scriverò una recensione, ma non voglio che finisca nel dimenticatoio, prima di tutto perché ci ho investito del tempo, due perché è stato una esperienza di crescita non indifferente, e poi perché voglio chiarire un paio di cose.

Quando ho proposto a @Medormad di leggere insieme questo libro non avrei mai immaginato la portata della risposta che ho ricevuto, né di trovarmi vecchie amiche di RA e nuove incredibili new entry. Sono esterrefatta perché davvero mi avete fatto ridere, mi avete fatto riflettere su temi molto seri e mi siete state di conforto nei momenti in cui è stato difficile andare avanti nella lettura. Il libro, che avevo scelto sull’onda dell’entusiasmo, del buzz creato dalle lettrici e dalla mia innata curiosità, mi sembrava azzeccatissimo per un Read Along rapido e indolore all’insegna delle risate. Pensavo di trovare sulla mia strada ben altro, qualcosa che mi facesse ridere spensieratamente, una romance simpatica e divertente, all’insegna dell’allegria. Insomma… risate, risate, risate.

Ciò non è stato, quello che è partito con uno scambio esilarante e comico si è trasformato in qualcosa di più profondo, in qualcosa di serio e determinato, che mi ha portato a interrogarmi su me stessa, su cosa significa amare, che cosa determina l’innamoramento, fino a dove sono disposta a spingermi per perdonare qualcuno, i miei limiti mentali verso situazioni difficili. Ma soprattutto mi ha dato modo di valutare e di dare un’enorme importanza al rispetto per me stessa e il rispetto verso gli altri. Questo genere di riflessioni è nato prima di tutto nella condivisione della lettura, per messaggi privati, via chat su fb, in una chiacchierata di confronto individuale e corale, che mi ha regalato tantissimo. Perché leggere è anche questo, leggere può essere motivo di confronto serio, su temi importanti. Leggere può e deve essere un momento di crescita e di arricchimento. La curiosità è il motore che muove il mondo e la lettura lo alimenta, in modi imprevisti e strani, ma lo alimenta. Io forse sono un po’ chiusa, ma credo di avere valori veri, che mi consentono di costruire una vita sana, e che mi fanno essere orgogliosa di me stessa. In questo caso mi sono resa conto che il mondo è bello perché vario, che le persone la pensano in modo diverso da me, ma non per questo io devo essere d’accordo con loro. Mi scuso se in qualche modo con le nostre discussioni abbiamo offeso qualcuno, mi scuso se il nostro pensiero e le nostre opinioni sulla vita hanno recato fastidio a chi ha letto, mi dispiace se in qualche modo la mia iniziativa non è stata compresa. Dò merito al fatto di aver aperto una conversazione favolosa con le partecipanti, che mi hanno rincuorato sul mio credo e su quello che penso. In alcun modo ho voluto andare contro qualcuno o offendere qualcun altro. I miei pensieri e quelli delle altre ragazze si basano ESCLUSIVAMENTE sul libro e sulle scelte compiute dai protagonisti. Non voglio creare polemiche, non voglio dare spazio a critiche o a comportamenti poco corretti e credo di aver sempre mantenuto un comportamento giusto verso tutti.

Ho dovuto prendere una decisione rispetto al libro e su quello che per me significa RECENSIRE. Se mi seguite sul blog e su twitter e sulla pagina fb non ho fatto mistero del fatto che non ho apprezzato certe cose di “Trent’anni e li dimostro”. Nonostante mi siano piaciuti lo stile e la tecnica narrativa della Giusti, pure non approvo le scelte di trama operate nella parte centrale della storia, scelte che si ripercuotono sul finale. Questo è sicuramente dovuto alla mia visione del mondo e il mio pensiero, ma non mi sento comunque di scrivere una recensione, senza risultare di parte e poco obiettiva. Quando metto per iscritto le mie idee penso sempre al libro fuori dalla mia sfera personale, analizzando i personaggi e vari elementi che creano la storia, con la testa di una persona fuori dai giochi. In questo caso mi sento troppo coinvolta per poterlo fare con la giusta prospettiva. Preferisco astenermi da qualsiasi giudizio.

Ed è giusto? Cosa voglio che resti di questo blog? Evito le recensioni negative o no? Quanto la mia vita privata e i miei sentimenti influiscono nella stesura di una recensione? È la prima volta che mi trovo in una situazione del genere. Scelgo d’impulso le mie letture, ma è raro che sbagli un colpo, è raro che un libro non mi sia piaciuto tanto da dargli una stellina. Sto aspettando di guadagnare uno sguardo oggettivo anche per recensire “Ignite Me” di Tahereh Mafi (sono una #TeamAdam chi ha letto il libro può capirmi) ma anche in quel caso non posso dire che il libro non mi sia piaciuto. Certo non recensisco tutto quello che leggo, a volte voglio leggere un libro per il gusto di assaporarlo, senza darmi troppa pena, ma cerco di rimanere sempre coerente e in prima istanza, io devo essere tranquilla con me stessa e con quello che sono, senza darmi pena. Il blog è una mia passione e un mio passatempo, di certo non posso stare in pena o preoccuparmi per una recensione sbagliata o su come possa essere percepita dagli altri. Il rispetto sempre, prima di tutto, ma rispetto anche per me e per quello in cui credo.

Quindi chiudo la faccenda in uno scatolone, ci metto lo scotch e lo ripongo nel cassetto delle mie esperienze, perché è stato bello, mi ha regalato molto e mi ha dato modo di arricchire rapporti che altrimenti sarebbero rimasti inesplorati.

L’altra cosa di cui volevo parlarvi è quella legata dall’arrivo di questo libro:

 

Riflessioni di una book blogger imperfetta.


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