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Riflessioni post carnevale

Da Robedamamma @robedamamma

Credo che l’avversione per il carnevale abbia in me radici ben più profonde.

Riflessioni post carnevale

Io a quattro anni. Cos’è che non va? Il vestito troppo stretto? Il cappello in lana merinos sotto quello da fatina? Le guance da Arnold in procinto di esplodere? La mia inconfutabile somiglianza con Maurizio Costanzo?

Anche, ma non solo. Osserviamo bene. Gli angoli della bocca si sollevano solo da un lato (il modo che uso ancora oggi per dire che no, non ero d’accordo) accennando una specie di sorriso forzato. Le manine si stringono a pugno, mentre lo sguardo fa il resoconto implacabile di quella giornata:

Ma che mi avete messo addosso? Sembro la sorella suonata dell’omino Michelin. Il cappello di lana punge e sto vestito non mi sfina per niente. Tra l’altro ho idea che se respiro un poco più forte mi esploderà la zip sulla schiena. E che razza di fatina sarei, poi, senza bacchetta magica? Sto in pensione? Cassaintegrata? Me l’hanno ritirata per guida in stato di ebbrezza?

Il tulle legato a doppio nodo sotto il mento mi sta lentamente corrodendo la pelle e vi confermo che no, non era necessario infilarmi maglione di lana e giaccone imbottito sotto il costume.

Odio il carnevale, non era abbastanza chiaro? Odio i coriandoli che ti s’infilano dal collo e tre secondi dopo ti arrivano nelle mutande. Ma che li intingono nello svitol prima di metterli in commercio? E odio pure le stelle filanti. Andiamo, ci sono cose molto più divertenti che rischiare un enfisema nel tentativo di vedere un rotolino di carta distendersi ai propri piedi. Non trovate?

E quest’abito poi… Ohmmioddio! C’ho quattr’anni e sto sull’orlo dell’obesità. Davvero il vestito da fatina vi è sembrata la soluzione migliore? E smettetela con tutte quelle foto. Credete che un giorno a qualcuno potrà mai far piacere rimirarmi così combinata?

“E sorridi a papà. Tira i coriandoli a zia. E perchè non vai a giocare con gli altri bambini?”

Perchè? Perchè li terrorizzo, ecco perchè. Un’ora fa mi è passato davanti un nano vestito da Tyrannosaurus Rex. Lo stanno ancora cercando. Ecco, tanto per dire.

Insomma, odio il carnevale da che ne ho le prove, e forse anche da prima. C’è una vecchia foto di me a nove mesi vestita da nonnina (un altro pezzo da novanta dei miei sadici genitori), con uno scialle di lana e una parrucca bianca in testa. Dovreste vedere il mio sguardo. Tipo Willy il Coyote un attimo prima di beccarsi l’ennesimo masso in testa.

A quei tempi ero troppo piccolina, ma i miei hanno seriamente rischiato che la mia prima parola fosse “mavvvaffan…”. Il resto è storia.

Per fortuna pare che l’avversione per talune festività non sia ereditaria, perchè invece la Marmocchia sembra proprio apprezzare. E allora che fai? Combatti il consumismo tipico di queste feste e il costume glielo fai a mano: carta crespa, spillatrice e una confezione di ansiolitici. Tu crei e c’è qualcuno che ti guarda scrollando la testa (tra l’altro lo stesso qualcuno che a te infilava un vestito di seconda mano evidentemente fuori misura e privo di qualsiasi accessorio).

Riflessioni post carnevale

Riflessioni post carnevale

E nonostante i dubbi dei nonni sulle mie capacità di confezionare un costume da fragolina per la nana, il travestimento marmocchio è stato un vero successone, con tanto di complimenti e paparazzate.

Ora però, mi scappa quasi da ridere. Chissà se un giorno sarà lei che, guardando le foto di questo carnevale e di quelli passati, penserà: certo i miei erano proprio taccagni. Guarda come mi conciavano pur di non spendere soldi per un costume serio.

Ma in fondo si sa, quello del genitore non è mica un mestiere facile!


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COMMENTI (1)

Da Elena
Inviato il 29 gennaio a 09:29
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Geniale, davvero! il poliestere carnevalesco non avrebbe retto il confronto, la carta crespa dà un effetto fantastico e moderno, tant'è che abbiamo condiviso l'idea sulla nostra pagina facebook