Riflessioni sul paziente in psicoterapia

Da Dottmurray


La pausa ferie estiva è ormai alle porte e come avrete visto sono stata piuttosto assente in questo mese.
Come tutte le estati il lavoro diventa un po' più impegnativo per le urgenze che aumentano e le mie scadenze per progetti e laboratori di "fine anno", ma da settembre ripartiamo con nuovi post e nuove iniziative!
Per ora vi auguro buone ferie e vi lascio con una riflessione che ho estratto da una delle mie letture estive: "Se incontri il Buddha per la strada uccidilo. Il pellegrinaggio del paziente nella psicoterapia" di Sheldon B. Kopp.
Un testo interessante sul lavoro personale del paziente che svolge il suo percorso di psicoterapia e fa una scoperta importante: "uccidere il Buddha quando lo si incontra significa superare il mito del maestro, il mito del guru, il mito dello psicoterapeuta; significa rinunciare al ruolo di discepolo e distruggere la speranza che qualcun altro, all'infuori di noi, possa essere il nostro padrone". Quindi riflettere sul fatto che il paziente deve vedere come obiettivo principale del suo percorso personale l'assumersi la responsabilità di se stesso e che nessuno può fare il lavoro al suo posto.
Solitamente questo è un passaggio critico e difficile, perché molti pazienti ( ma diciamo che è proprio una fantasia condivisa da molti non addetti ai lavori )  s'illudono che lo psicoterapeuta possa dare le risposte o conosca la via ed attenda che il paziente la trovi da solo.
Purtroppo la verità è che la via la conosce solo il paziente: lo psicoterapeuta è solo un viaggiatore che sostiene il paziente e lo aiuta a far luce sul cammino.
Buona estate :)

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