Ho 25 anni, anzi diciamo la verità poco più di un mese e sono 26. Un lavoro che mi piace (per ora, non è a contratto indeterminato ma di questi tempi è già un lusso), un ragazzo che amo e con cui ho dei progetti a breve termine, degli amici fidati da anni e una famiglia stabile. Ho tutta la vita davanti. Il problema è solo come decidere di impiegarla. Sarà che non ho mai avuto un buon rapporto con il tempo in generale ma ora, più che mai, mi trovo spiazzata. Tutti investono nel futuro, mettono via quel che guadagnano per comprarsi un domani una casa, avere una sicurezza economica in tempi non buoni, crearsi un futuro. Io sono sempre stata di questa idea. Eppure. Eppure c’è una parte di me che vorrebbe cercare di vivere più il presente e mi chiedo se è da egoisti, se non peggio da irresponsabili, pensare che in fin dei conti un viaggio meglio a farlo a 25 anni che a 40 così come altre esperienze. Non credo in fin dei conti si tratti realmente di una questione su come investire i propri soldi ma più che altro di coraggio nel scegliere di non percorrere per forza la via che tutti percorrono , magari con gli stessi passaggi. Fino a ieri o quasi, ero dell’idea di mettere via i soldi, iniziare una convivenza, concedersi qualche viaggio e nel frattempo mettere via altri risparmi per il matrimonio (fatto ovviamente come voglio io con tutto ciò che ne consegue); poi un figlio meglio se non troppo tardi perché, non vorrei fargli da nonna e così via. Tutto ciò che fino a poco fa che pareva rappresentare la felicità o perlomeno la serenità oggi rappresenta un dubbio. Io che ho sempre amato i progetti e l’organizzazione li vedo in questo momento come una sorta di restrizione.
Facendo psicologia spicciola mi verrebbe da etichettarmi come affetta da sindrome di Peter Pan.