Paolo Peluffo, sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio con delega a informazione, comunicazione, editoria e coordinamento amministrativo, è tornato a parlare della prevista riforma del finanziamento pubblico all’editoria ribadendo due concetti fondamentali: se da una parte le risorse per il sostegno al settore “sono scarse” ma il contributo “è strategico, oggi più che in passato, e serve al paese”, dall’altra sono allo studio da parte del governo nuove norme e soluzioni per cui tali contributi saranno erogati “solo a certe condizioni”.
Questa forma di sostegno alla stampa “ha una tutela costituzionale per il pluralismo e una tutela europea per la difesa della lingua italiana” ma è anche vero che “le poche risorse che ci sono bisogna usarle bene e in maniera trasparente”, motivo per il quale sarà necessario “creare nuovi criteri e fare tutto quello che non è stato fatto in precedenza; dobbiamo moralizzare e rendere tutto più trasparente”. A favorire il nuovo intervento del sottosegretario sono stati sia la presentazione dello studio “La Stampa in Italia 2009-2011” curato dal Centro studi della Fieg (la Federazione italiana degli editori di giornali) che le notizie in arrivo da Roma, dove gli agenti della Guardia di finanza, su mandato della procura della Repubblica di Napoli, hanno sequestrato presso il dipartimento per l’editoria della presidenza del consiglio dei ministri 2,5 milioni di euro, i fondi destinati al quotidiano “L’Avanti” diretto da Valter Lavitola.
Anche alla luce delle recenti vicende giudiziarie, dunque, il sottosegretario ha ammesso che sulla materia ci sarà “una drastica riduzione dei costi ammissibili al rimborso diretto, ma una forma di legittimazione di contributo diretto può esistere anche se in forma innovativa, in una maniera che elimini alla radice la possibilità del comportamento improprio”. In parte le direttrici erano già state rese note: il contributo fisso dovrà essere legato al riconoscimento dell’assunzione corretta e stabile di giornalisti e poligrafici, alla certificazione della spesa per stampa e distribuzione del quotidiano e agli investimenti nell’online.
Altre, invece, sono state chiarite: sono destinate ad essere escluse dal rimborso, ad esempio, le spese per i service e i contratti di consulenza. Non solo: Peluffo ha anche rimarcato la necessità della tracciabilità della vendita del prodotto grazie al sistema dei codice a barre. “L’unica forma di spesa sarà quella finanziata con un credito di imposta per le edicole che dovranno installare apparecchi per la tracciabilità del prodotto fino al consumatore finale”.