Riforma Fornero: come cambia la Legge e chi la finanzierà (cioè i dipendenti attraverso aumenti delle tasse)

Creato il 06 aprile 2012 da Candidonews @Candidonews

La modifica della Riforma Fornero spiegata dallo stesso Ministro:

Da La Stampa:

Sull’articolo 18:
«La verità è che abbiamo modificato lievissimamente la riforma dell’articolo 18, abbiamo solo inserito la norma secondo cui in caso di manifesta insussistenza il giudice può stabilire il reintegro, il resto è rimasto uguale. Il giudice non viene chiamato ad entrare nello specifico del motivo economico o nel merito della gestione di un’azienda ma può solo stabilire se c’è una insussistenza chiara e manifesta del motivo e poi abbiamo scritto “può” non “deve” reintegrare».

Sulle contropartite agli imprenditori:

«Sembrano dimenticare che nello stesso vertice però si è venuti incontro anche alle esigenze delle imprese allungando da un lato i tempi e dall’altro allentando le restrizioni messe sui contratti non a tempo indeterminato. Per esempio: le aziende avranno un anno di tempo per far emergere i rapporti di lavoro a tempo indeterminato che oggi sono presentati come partite Iva; poi abbiamo tolto la necessità della causale per i contratti a tempo determinato di sei mesi e per i primi contratti. Per quanto riguarda l’apprendistato abbiamo cambiato il rapporto tra lavoratori e apprendisti: prima era uno a uno, adesso puoi avere tre apprendisti ogni due lavoratori. Inoltre prima potevi assumere nuovi apprendisti solo se ne avevi confermati almeno la metà nel triennio precedente, invece adesso per i prossimi tre anni la soglia è abbassata al 30 per cento. Ma non solo: rispetto alla stesura precedente è stato ridotto l’indennizzo che era previsto in una forbice tra le 15 e le 27 mensilità e che ora sarà tra 12 e 24. Infine abbiamo lavorato per rendere più rapidi e veloci i processi e abbiamo inserito l’elemento della conciliazione preventiva. Perché tanta sfiducia?».

Intanto il Wall Street Journal critica Monti per la poca incisività della Riforma del Lavoro:

«È tempo di ritirare le lodi»,«Gli ottimisti in Italia – ebbene sì, ve ne sono ancora – dicono che una riforma limitata è meglio di niente. Forse», sostiene il Wsj. «Tuttavia Monti è stato scelto per recuperare l’Italia dalla soglia di un abisso greco. La riforma del lavoro è una resa a coloro che la stanno portando laggiù».

Ci vogliono proprio ‘schiavi’ quelli del Wsj eh?

Ma chi paga la Riforma? I lavoratori dipendenti, che vedono salire le tasse da pagare.

Da Il Post:

Una buona parte della riforma del lavoro – e dell’ASPI, l’Assicurazione Sociale Per l’Impiego – viene finanziata da tutti i lavoratori: chi ha un contratto a tempo indeterminato pagherà l’1,4 per cento di tasse in più, chi ha un contratto precario pagherà il 2,8 per cento (facendo così costare il lavoro precario più di quello stabile, ma rischiando di far pagare il costo in più al lavoratore e non all’impresa). La sovrattassa sui lavoratori precari sarà restituita alle aziende, fino a un massimo di sei mensilità, in caso di stabilizzazione del lavoratore. Ora che abbiamo per le mani il testo completo del disegno di legge, sappiamo anche le altre misure volte a dare copertura finanziaria alla manovra.

ROMA – Non solo articolo 18. Ma anche nuovi tagli per gli enti previdenziali e una stangata per i proprietari degli immobili che non applicano la cedolare. C’è anche questo nella riforma che Monti vuole sia approvata “nel suo complesso” 1.

Aerei. Sale di 2 euro per ogni passeggero, a partire dal primo luglio 2013, l’addizionale comunale sui diritti di imbarco sugli aerei. E’ quanto prevede una delle norme fiscali poste a copertura del ddl per la riforma. I maggiori importi incassati andranno versati all’Inps.

Affitti. Stangata in arrivo per i proprietari degli immobili che non applicano la cedolare. Una delle norme poste a copertura del ddl del lavoro riduce da 15 a 5% lo sconto forfait oggi previsto per chi dichiara con l’Irpef i redditi derivanti dalla locazione di immobili. Di fatto l’imponibile su cui si paga l’imposta aumenta di 10 punti percentuali.

Tagli L’Inps e l’Inail dovranno ridurre le loro spese di funzionamento a partire dal 2013 per 90 milioni complessivamente. Le riduzioni sono quantificate in 72 milioni di euro annui per l’Inps e 18 milioni annui per l’Inail. L’amministrazione autonoma dei Monopoli di stato dovrà adottare misure di razionalizzazione aggiuntive con una riduzione di spesa di 10 milioni l’anno a partire dal 2013.


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