Il Governo ha presentato la Riforma del Lavoro. La CGIL si è dichiarata contraria e preannuncia lo sciopero. CISL e UIL, come prevedibile, si sono allineate al governo.
Delle principali novità non mi convince la modifica dell’articolo 18, per il licenziamento senza giusta causa. Al momento, in caso di vittoria del dipendente nella causa, è il lavoratore stesso a poter scegliere il reintegro oppure l’indennizzo economico.
La riforma fatta da Fornero invece ‘separa’ in tre le tipologie di licenziamento senza giusta causa ovvero ‘discriminatorio’ ‘disciplinare’ ed ‘economico’, prevedendo per i primi due la possibilità di reintegro (automatica per il discriminatorio, tramite discrezione del giudice per il disciplinare). Per il licenziamento di tipo economico invece è previsto solo un indennizzo in caso di vittoria della causa.
Da qui alcune domande. Chi garantisce che il datore di lavoro non licenzi i dipendenti ‘scomodi’ adducendo un motivo economico e quindi impedendo un eventuale reintegro degli stessi? Questo terzo caso potrebbe quindi aprire il varco ai licenziamenti facili e soprattutto alla vessazione dei lavoratori da parte degli imprenditori.
Dal punto di vista politico, mentre esultano PDL ed UDC, il PD sembra trovarsi in un ‘cul de sac’. La minoranza di Veltroni e dei popolari in questi giorni starà gongolando. Bersani appare in netta difficoltà. La Sinistra del partito, vicina al segretario, mal digerisce l’accordo sul Lavoro ma il PD non può rompere con il Governo. Nel caso in cui, infatti, Bersani decidesse di stoppare la riforma, parte del suo partito la voterebbe comunque aprendo una crisi di leadership che metterebbe a rischio il segretario. In caso di assenso alla riforma invece, il prezzo da pagare sarà la perdita di migliaia di voti. (Già oggi su vari siti si leggono posizioni nettamente critiche di elettori democratici). Una defezione a sinistra indeboliberebbe comunque Bersani.
Qualsiasi decisione prenderà quindi il segretario PD, sarà dannosa per la sua leadership. Forse potrà promettere future modifiche in senso ‘progressista’ in caso di futura vittoria elettorale invitando ad accettare il pacchetto Fornero come ‘fase transitoria’. Che l’epoca bersaniana sia davvero al capolinea e con essa la possibilità di una alleanza tra Pd, Sel ed Idv? Il futuro potrebbe portare ad una nuova segreteria piu sbilanciata al centro, che guardi ad una alleanza organica con il Terzo Polo. Un ritorno di Veltroni o una ‘promozione’ di Letta? Brrrrrrr