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Riforma universitaria, paura di cosa?

Creato il 25 novembre 2010 da Simonetta Frongia
Riforma universitaria, paura di cosa?Riforma universitaria, paura di cosa?
La riforma della discordia quella sull’università voluta dal ministro Gelmini, una riforma, l’ennesima che scatena ed ha scatenato polemica e la raffica di manifestazioni degli studenti in questi giorni, ma nonostante la stagnazione sembra che stia proseguendo la sua discussione alla Camera. Ma in cosa consiste?La riforma abbassa l’età minima di assunzione che passa da 36 a 30 anni. Il primo contratto potrà durare al massimo 6 anni, al termine dei quali sarà valutata la possibilità di essere assunti. Cambia anche il mandato dei rettori, che non potrà superare gli 8 anni. Il ddl introduce un meccanismo meritocratico che influirà sugli aumenti.Previste anche nuove assunzioni per i docenti nel triennio 2011 – 2013 e su questo aspetto, assicura la Gelmini, c’è la piena copertura economica.Ma intanto le proteste continuano, preoccupazioni sui tagli ai finanziamenti per la ricerca, ai precari su cui pare la riforma non si concentra abbastanza.
Vista così non si capisce perchè tante proteste, l'università italiana é in mano a dei Dinosauri che in quanto tali si definiscono” I veri ed unici depositari della conoscenza” o no? Allora perchè andare a manifestare contro una riforma che invece abbasserà l'età per l'assunzione?Finalmente i Magnifici rettori andranno a casa dopo 8 anni, mentre oggi c'è chi ha retto l'universtità per molto più tempo, un esempio per tutti: a Cagliari Salvatore Mistretta é stato Rettore dell'Università dal 1991, confermato per cinque mandati, grazie a modifiche ad-hoc apportate allo statuto accademico e nonostante non abbia alcuna pubblicazione di interesse scientifico nazionale. Il mandato è scaduto nel 2009.

Eppure ci si lamenta della novità introdotta da Mariastella, mah!Finalmente verrà valutato il merito e non il dato anagrafico, ma ci si lamenta anche di questo!Ci saranno nuove assunzioni, ma ci si lamenta ancora.Certo è vero ci saranno i tagli, ma proviamo a dirla tutta e provare a vedere dove sta la verità.Io credo che più che aver paura della Riforma si ha paura di perdere uno status di privilegi non sempre ottenuti sul merito.Occorre ricordare che in italia ci sono atenei dove ci sono corsi di laurea impronunciabili ed inutili alcuni con solo 1 o 2 iscritti, un esempio? Anzi dieci: Scienze del fiore e del verde, Scienze dell'allevamento e del benessere del cane e del gatto, Interpretazione di conferenza (cosa?Bò!), Storia delle donne e di genere, Scienze e turismo alpino, Filosofia teoretica, morale,politica ed estetica, Lingua, letteratura e cultura della Sardegna (sapeste con quanti adepti!),Teoria e prassi della tradizione, beni enogastronomici, Antropologia ed epistemologia delle religioni.Tutto questo oltre ad essere inutile (per gli studenti, ovviamente, non certo per il titolare di cattedra che di solito ne possiede anche altre), é alquanto dispendioso, ecco che se oggi si è costretti in tempi magri a tagliare lo si fa anche con la coscienza che in passatto si è speso troppo e troppo male ( e qui non faccio nessuna distinzione di colore politico, poiché tutti sono colpevoli di tali sprechi!).Ricordiamo anche che i cosidetti ricercatori non sono tutti con la coscienza pulita poiché spesso invece di accedere al posto per giusta selezione si accede per più giusta e lieta “segnalazione”, del prof. Emerito, naturalmente e, ancora questi spesso fanno ricerche su campi inutili spendendo i soldi di tutti e, molto più spesso sono solo i portaborse di quell'anziano professore che di lasciare la cattedra non ha proprio intenzione. Naturalmente non nego l'esistenza anche dei buoni e veri ricercatori, ma mi sembra che le proteste di questi giorni abbiano una base comune la paura di perdere quei privilegi raggiunti anche se in modo immeritevole, la paura di perdere lo status quo, paura di dover veramente diventare competitivi, preparati, dimostrare realmente di valere qualcosa, di avere idee proprie.

Simonetta FrongiaScusate ma oggi mi sentivo molto irriverente.

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