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Riforme in Cina. No campi di lavoro e figlio unico

Creato il 15 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Capitolo riforme in Cina: dopo la riunione del Comitato centrale del partito comunista, emergono le decisioni di abolire i campi di lavoro e il figlio unico

Photo credit: LHOON / Flickr / CC BY-SA 2.0

Riforme in Cina. Continuano le dichiarazioni post riunione del Comitato centrale del partito comunista cinese, svoltosi dall’8 al 12 novembre a Pechino, in merito alle decisioni assunte. Se non è stato deciso nulla di “storico”, molte decisioni sono state prese in merito a diverse branche dell’economia e della società cinese. Verranno infatti formalmente aboliti i “campi di lavoro”, un sistema che in Cina viene chiamato “sistema della rieducazione attraverso il lavoro”, un vero e proprio sistema di rieducazione forzata che ha fatto storcere il naso più di una volta negli anni per il trattamento ai limiti (se non oltre) della tutela dei diritti umani. E sempre sui diritti umani, si registra un impegno formale, anche se piuttosto generico a un miglioramento della “situazione dei diritti umani e del sistema giudiziario“, troppo stesso uniti in un sistema di repressione o di trattamenti al di fuori dei canoni dei diritti umani. Oltre a questo, secondo quanto scrive “Nuova Cina”, ci sarà un impegno anche a ridurre gradualmente i crimini soggetti alla pena di morte. Per quanto riguarda la sopracitata giustizia, il sistema carcerario verrà riformato e ci sarà un miglioramento anche delle leggi che regolano la correzione e la punizione, con la Cina che “lavorerà per vietare confessioni estorte attraverso la tortura e gli abusi fisici“. Questo sarà seguito anche dalla maggiore rigidità dei tribunali ad accettare prove ottenute mediante metodi illegali o senza una certa trasparenza da parte delle forze di polizia, specialmente per quanto riguarda le perquisizioni e i sequestri. Si cercherà di rilanciare anche il ruolo degli avvocati per la “protezione dei diritti legali e degli interessi dei privati cittadini e delle società nel rispetto della legge; i diritti di praticare degli avvocati, si legge ancora, saranno protetti e tutelati dalla legge. Sulla questione annosa della legge sul figlio unico, la Cina ha già annunciato formalmente l’abbandono di una politica di stretto controllo delle nascite (che ha provocato profondi squilibri nella popolazione” . Questa politica non verrà quindi definitivamente abbandonata, ma riveduta e corretta per “promuovere uno sviluppo equilibrato a lungo termine della popolazione in Cina”. Le coppie ora potranno avere due figli, in luogo di uno, se uno dei genitori risulta figlio unico (mentre la norma prima doveva valere per entrambi i coniugi).


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